Il medico è malato e sostituto non c'è: così due comuni restano senza Guardia medica
di Andrea Rifatto | ieri | ATTUALITÀ
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Il cartello affisso alla Guardia medica
Non “ingolfare” i pronto soccorso per problemi che non siano effettivamente urgenti o che potrebbero essere gestiti diversamente, cercando soluzioni alternative. Un invito rivolto spesso dalle autorità sanitarie agli utenti per cercare di decongestionare il sistema e garantire che le persone con effettive emergenze ricevano le cure necessarie in modo tempestivo. Ma qual è la risposta che riescono a dare i servizi territoriali, soprattutto in questo periodo dell’anno quando la popolazione nei comuni turistici raddoppia? A giudicare da alcuni riscontri scarsa, per l’assenza di presìdi davvero in grado di far fronte a tutte le necessità. Emblematico quanto successo domenica 27 luglio nella sede della Continuità assistenziale di Sant’Alessio Siculo, che copre anche il comune di Santa Teresa di Riva: chi è arrivato all’ingresso ha trovato tutto sbarrato con affisso alla porta un cartello scritto a penna che informava sulla chiusura della struttura dalle 8 alle 20, “per malattia del medico di turno”, con l’invito in caso di necessità a rivolgersi alle postazioni più vicine (Letojanni, Furci Siculo, Roccalumera e Savoca) o chiamare il 118. Possibile che non sia stato rintracciato dalla graduatoria dei medici reperibili per il servizio di Continuità assistenziale un sostituto in grado di coprire il turno o quantomeno parte di esso? Così due paesi che normalmente hanno un totale di 10.000 abitanti, ma che in una domenica di fine luglio possono arrivare anche a 20.000 o più, sono rimasti per 12 ore senza la disponibilità della Guardia medica. Senza dimenticare che in passato Sant’Alessio Siculo era anche sede della Guardia medica turistica, attiva tutti i giorni della settimana, dal 15 giugno al 15 settembre, dalle 8 alle 20: un altro servizio sparito da anni. Non è andata meglio ad una famiglia in vacanza che nei giorni scorsi aveva la necessità di far visitare il figlio minore per un malessere accusato durante il soggiorno e voleva evitare di recarsi al pronto soccorso, ritenendo che il problema non fosse grave: così ha provato a rivolgersi al Punto territoriale di emergenza di Santa Teresa di Riva, dove però vi era solo un medico in servizio sull’ambulanza del 118, in quel momento fuori postazione per un codice rosso, mentre non era presente in quel turno il medico del Pte, aperto dalle 8 alle 20, anche se a differenza della Continuità assistenziale non possono essere rilasciate prescrizioni e ricette. Così mentre i pronto soccorso scoppiano, le ambulanze restano in fila per ore fuori dagli ospedali perchè spesso non riescono a "sbarellare", cioè a liberare le barelle lasciando i pazienti e ripartire per altri soccorsi, e i medici di famiglia sono in ferie, chi ha bisogno di cure si trova spesso a dover affrontare un girone infernale. Criticità che si auspica possano essere risolte con l’attivazione delle strutture “intermedie” sul territorio, come le Case di comunità, per consentire all’utenza di avere una risposta rapida senza la necessità di arrivare in ospedale.