Venerdì 19 Aprile 2024
Celebrazioni per la ricorrenza dell'Associazione in due luoghi simbolo nella valle


I 100 anni dell'Ancr a Roccafiorita e Antillo, in ricordo dei caduti per la patria - FOTO

di Andrea Rifatto | 11/11/2019 | ATTUALITÀ

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I partecipanti davanti al santuario di Roccafiorita

Due luoghi simbolo della Val d’Agrò, il santuario sul Monte Kalfa a Roccafiorita e la Campana per la pace e i dispersi di tutte le guerre di Pizzo Monaco ad Antillo, hanno ospitato ieri le celebrazioni del centenario dell’Associazione nazionale combattenti e reduci, fondata nel 1919 dai superstiti della Grande Guerra. Due cerimonie promosse dall’Ancr provinciale presieduta dal professor Salvatore Brancatelli e organizzate dalla Sezione di S. Alessio guidata dal dottor Concetto Fleres, che hanno scelto due luoghi edificati dai reduci di guerra. Alle cerimonie hanno preso parte i soci dell’Ancr, l’Unione nazionale mutilati per servizio di Messina, l’Associazione nazionale Bersaglieri Taormina-Giardini, i Marinai d’Italia, l’Associazione nazionale Carabinieri di S. Teresa, la Croce Rossa Italiana Roccalumera-Taormina, rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, dell'Esercito Italiano, cittadini ed eredi di combattenti. Il maggiore Vincenzo Randazzo dell’Istituto Nastro Azzurro di Messina ha portato i saluti del presidente regionale dell’Ancr, maresciallo Leonardo Lo Monaco, assente per motivi di salute. Nel santuario della Madonna dell’Aiuto di Roccafiorita è stata celebrata la messa da padre Paolino Malambo, seguita dalla deposizione di una corona d’alloro al monumento dei caduti di piazza Autonomia da parte dei sindaci Concetto Orlando (Roccafiorita) e Davide Paratore (Antillo). Orlando ha ricordato durante la messa la figura di Giuseppe Occhino, invalido di guerra, che custodiva la bandiera tricolore portata ieri in corteo da Santo Occhino, insieme ad un’altra bandiera risalente alla Grande Guerra e proveniente da Casalvecchio, detenuta ieri da Filippo Oneri.

Poi ad Antillo l’alzabandiera, l’inno d’Italia e il silenzio eseguiti dalla banda musicale antillese e la deposizione di un’altra corona sotto la campana, con i sindaci accompagnati da Rosina Sofia e Nina Zizzo, figlie di reduci, e la benedizione di padre Egidio Mastroeni, prima dei cento rintocchi in omaggio al centenario dell’associazione. Brancatelli e Randazzo hanno ricordato l’impegno nel tramandare la testimonianza della memoria dei fratelli caduti in guerra e nel rappresentare i sacrifici e gli eroismi dei combattenti, custodendo la memoria storica e preservandola per le nuove generazioni. Tra gli intervenuti il vicesindaco di Gallodoro Antonino Pedale, gli assessori Marcella Russo (Casalvecchio) e Saro Trischitta (Sant’Alessio), la presidente dell’Osservatorio Beni culturali dell’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani, Antonina Foti e la signora Emilia Palella, socia fondatrice del comitato che volle l’edificazione della campana di Pizzo Monaco.



COMMENTI

Vincenzo RANDAZZO | il 11/11/2019 alle 19:06:10

Un bel servizio Complimenti. Veri professionisti. Grazie

salvatore brancatelli | il 12/11/2019 alle 13:47:21

Ringrazio con particolare affetto le comunità dei comuni delle valli joniche peloritani che assieme ai loro Sindaci hanno collaborato alla riuscita della manifestazione di ricordo dei 100 anni della fondazione della Associazione Nazionale Combattenti e Reduci. E' stata una giornata ricca di emozioni che solo le località di Roccafiorita ed Antillo con i loro simboli del Santuario della Madonna dell'Aiuto e della Campana della Pace potevano regalarci assieme ad un panorama unico e meraviglioso. Un grazie va alla stampa e ai giornali on line al Vostro sito che ha pubblicato l'articolo accompagnato da foto che colgono i momenti più significativi della cerimonia.Permettetemi di ringraziare,da questo sito, i Sindaci di Antillo e di Roccafiorita che hanno dato la loro adesione e collaborazione, impegnandosi con entusiasmo alla riuscita dell'evento. Ringrazio la banda che ha dato un tocco di solennità a tutta la cerimonia. Non si dimentica facilmente la presenza della vecchia Bandiera della Associazione custodita dalla famiglia Occhino e di quella di Casalvecchio è stato emozionante vederle sfilare in mezzo a noi,esse sono come un testimone che ci viene tramandato.

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