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Furto di S. Onofrio: “Scempio evitabile, che sia l’ultimo. Catalogare tutto il patrimonio"
10/02/2017 | ATTUALITÀ
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Il museo parrocchiale dove hanno agito i ladri
“Siamo rimasti interdetti di fronte all’immensità del danno provocato nella notte tra il 31 gennaio e l’1 febbraio al museo parrocchiale di Casalvecchio Siculo, con il furto degli ori e degli oggetti sacri di S. Onofrio”. A parlare sono Domenico Costa, presidente di Archeoclub Area Jonica, e Ninuccia Foti, presidente dell’Osservatorio per i Beni culturali dell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani. “Abbiamo scelto di non intervenire immediatamente per evitare di aggiungere parole a parole, in un momento in cui diventa troppo facile puntare il dito. Ma anche a distanza di giorni e soprattutto dopo l’opportuna lettera del sindaco di Casalvecchio alla Curia Arcivescovile, che ci sentiamo di sottoscrivere integralmente – scrivono i due presidenti – non viene meno lo sdegno per quanto accaduto, il rammarico perché si poteva e doveva evitare, la speranza che questo fatto, di una gravità irreparabile, faccia prendere finalmente e definitivamente coscienza della necessità che episodi simili bisogna che non si ripetano più. Quanto accaduto a Casalvecchio è inaccettabile sul piano del buon senso, oltre che sul piano del diritto, trattandosi di un reato ai danni della Chiesa e quindi moralmente ancora più riprovevole e costituisce un vero e proprio colpo al cuore di ogni cittadino che vede nella devozione al Patrono S. Onofrio l’espressione più alta della propria identità. È un’intollerabile offesa all’arte ed alla cultura – sottolineano Costa e Foti – giacché viene sottratto un tesoro di inestimabile valore che custodisce il nucleo della nobile storia casalvetina e custodisce altresì i sacrifici ed i gesti di devozione di tantissimi cittadini”. “Da tantissimi anni l’Osservatorio dei Beni culturali e Archeoclub d’Italia hanno evidenziato l’opportunità – divenuta ormai necessità – di una catalogazione precisa, specifica, fotografica di tutti gli oggetti di valore culturale esistenti nelle nostre comunità, soprattutto quelli esistenti all’interno degli edifici religiosi – ricordano Domenico Costa e Ninuccia Foti –. A maggior ragione in luoghi, come Casalvecchio Siculo, non nuovi, purtroppo, a furti di opere d’arte, favoriti dall’appetibilità del patrimonio artistico esistente e dall’inadeguatezza della sua tutela dovuta principalmente alla non sufficiente consapevolezza del loro valore da parte della comunità. Non si vuole entrare nel merito delle responsabilità del dolorosissimo evento di alcuni giorni fa, anche se non si può fare a meno di concordare col sindaco circa l’assurda decisione di togliere l’oro dalla banca e la ancora più assurda decisione di non custodire diversamente l’oro nelle ultime settimane quando si era registrato il guasto al sistema di sicurezza ed addirittura era stata disattivata la videosorveglianza. Si vuole però sottolineare la necessità che questo evento diventi l’ultimo di una lunghissima serie che nel comprensorio dura da decenni, se non da secoli”. “Si chiede pertanto che tutte le Parrocchie del comprensorio, nessuna esclusa, procedano ad un’immediata catalogazione, con scheda specifica e fotografica, anche digitale, di ogni singolo bene artistico, mettendola a disposizione anche delle Forze dell’Ordine. Come già più volte detto nel corso degli anni scorsi, sia Archeoclub d’Italia che l’Osservatorio per i beni culturali dell’Unione dei Comuni – ma siamo certi anche tutte le altre associazioni che quotidianamente operano sul territorio - si rendono disponibili ad ogni ausilio possibile affinché questo traguardo si raggiunga in tempi brevi. Un’ultima, finale e decisiva considerazione: i beni artistici presenti delle nostre Chiese, così come tutti i beni culturali del territorio, non sono semplici e noiosi ‘orpelli’ al servizio del parroco o del sindaco di turno – concludono i presidenti di Archeoclub Area Jonica e Osservatorio per i Beni culturali dell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani – ma costituiscono il cuore pulsante delle nostre comunità e sono le comunità, prima ancora dei parroci o dei sindaci, a doversene prendere adeguata cura; costituiscono i sacrifici dei nostri avi, le testimonianze di un passato glorioso di cui dovremmo essere consci ed orgogliosi e non apatici e distratti, costituiscono il nostro futuro, che dovremmo tutelare con attenzione e non permettere che vanga depauperato con tanta facilità. Esprimiamo, infine, piena la solidarietà al sindaco Marco Saetti ed alla comunità di Casalvecchio Siculo”.