Francilia vuole salvare la spiaggia, senza progetto e soldi (ma con quelli di S. Teresa)
di Andrea Rifatto | 26/12/2019 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 26/12/2019 | ATTUALITÀ
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La spiaggia di Furci durante una mareggiata
“Sono fortemente preoccupato per le conseguenze che un inadeguato intervento potrà avere per l’adiacente litorale di Furci Siculo, attualmente interessato da un fenomeno di erosione costiera in corso di evoluzione. Si invita quindi a fronteggiare urgentemente il problema ponendo in atto tutti gli accorgimenti necessari in fase di progettazione esecutiva volti a scongiurare effetti negativi sul limitrofo litorale di Furci”. A scriverlo è il sindaco della cittadina furcese, Matteo Francilia, in una lettera inviata al Commissario di governo contro il dissesto idrogeologico della Regione siciliana e all’Autorità di Bacino del Distretto idrografico della Sicilia. Quello che il primo cittadino furcese definisce inadeguato (non si sa su quali basi) è il progetto di salvaguardia della costa di S. Teresa di Riva, finanziato nelle scorse settimane con 10,6 milioni di euro di risorse del Patto per il Sud, che prevede la costruzione di 14 pennelli in massi di pietra lavica in mare per frenare l’azione erosiva delle onde e il successivo ripascimento artificiale di 3,3 km di litorale con oltre 250mila metri cubi di sabbia proveniente dal torrente Savoca, che verrà così messo in sicurezza dal rischio esondazione. Opere per le quali il Commissario di governo contro il dissesto nei giorni scorsi ha avviato la gara d’appalto per l’affidamento della progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori, che una volta affidati dureranno oltre tre anni. Ma Francilia si mostra spaventato da questo intervento. "La foce del torrente Savoca rappresenta il limite di continuità fisiografica tra il litorale di S. Teresa (oggetto di intervento) da quello di Furci (non oggetto di intervento) – scrive nella missiva inviata per conoscenza anche al collega Danilo Lo Giudice – e il litorale di Furci, caratterizzato da condizioni di elevata vulnerabilità (essendo lo stesso delimitato da due torrenti ed esteso per un tratto di soli 800 metri circa), è interessato da un fenomeno di erosione costiera, attualmente in corso di evoluzione, tale da aver comportato la riduzione della spiaggia di circa 20 metri”. Per il sindaco di Furci “la dinamica della fascia areale di litorale separato dal torrente Savoca, intesa come ambito di omogeneità costiera con caratteristiche di univocità morfo-dinamica, è tale per cui la mancata uniformità di interventi si ripercuote dannosamente nelle aree limitrofe non interessate”. Dunque secondo Matteo Francilia parte della sabbia prelevata da letto del Savoca dovrebbe essere riversata così, tout court, sull’arenile di Furci. Evidentemente sfugge al sindaco che il Comune S. Teresa lavora all’intervento di salvaguardia della propria costa da oltre cinque anni, avendo proceduto con la redazione di studi specialistici marittimi e costieri, elaborati, analisi, rilievi, caratterizzazione dei sedimenti, valutazione di impatto ambientale e nulla osta, che hanno portato all’approvazione del progetto definitivo, che certamente non potrà essere modificato in fase di appalto prevedendo interventi su un’altra spiaggia, pur se limitrofa, con il semplice riversamento di sabbia destinata ad altre zone. Visto che teme l’avanzare dell’erosione costiera, il Comune di Furci si attivi piuttosto per progettare un intervento di salvaguardia della propria costa, considerato che finora non è mai stato redatto alcun minimo studio del fenomeno, neanche dall’Amministrazione attuale in carica da 18 mesi. Quello che il Commissario di governo contro il dissesto idrogeologico della Regione e lo stesso presidente Nello Musumeci hanno sempre chiesto ai sindaci sono i progetti, senza i quali non si può pretendere la messa in sicurezza del territorio, tantomeno usando quelli degli altri comuni che hanno investito risorse importanti per redigerli.