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Frana di Capo Alì: "Basta palliativi, agiamo uniti per mettere in sicurezza il paese"
di Andrea Rifatto | 24/07/2018 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 24/07/2018 | ATTUALITÀ
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Il Consiglio comunale di ieri sera
Mettere da parte ogni appartenenza politica e lavorare tutti uniti per la messa in sicurezza del paese. È stato questo l’indirizzo dato ieri sera dal Consiglio comunale di Alì Terme durante la discussione sulla problematica frane sulla Strada statale 114 a Capo Alì, portata in aula dal presidente Giuseppe Triolo in seduta straordinaria e aperta per sentire anche la voce dei cittadini e trovare una soluzione, “perché non vogliamo essere sempre in emergenza”. Quello di ieri sera è stato un primo confronto per raccogliere idee e suggerimenti da mettere sul tavolo all’incontro che si terrà oggi alle 19 nell’aula consiliare di Alì Terme con la partecipazione di tutti i sindaci da Messina a Sant’Alessio, convocati dal primo cittadino Carlo Giaquinta per stilare un documento comune per avviare un’azione congiunta a tutela del territorio e di chi ci vive. “Il problema sicurezza di questo paese è ampio e non esiste neanche un piano per affrontare le emergenze - ha ribadito Giaquinta – voglio che tutti insieme ci sediamo tutti attorno a un tavolo e troviamo le soluzioni corrette. Non mi farò strumentalizzare, servono fatti concreti e non passerelle, sulla messa in sicurezza del territorio inizieremo un percorso nuovo e per Capo Alì inutile continuare a proporre reti e palliativi del genere, perché non servono, si facciano subito 50 metri di galleria nel tratto più a rischio”. L’assessore Agata Di Blasi ha evidenziato come serva una definitiva senza interventi tampone, “anche se sappiamo che per avere la galleria paramassi i tempi saranno lunghissimi ma intanto chiediamo una seria messa in sicurezza del costone con la posa di reti nuove e più resistenti e lo svuotamento dei tratti pieni di detriti, alcuni anche recenti". Qualche intervento è arrivato dal pubblico, dove erano presenti anche Giacomo Di Leo del Partito Comunista dei Lavoratori di Messina e Francesco Urdì della Confederazione Unitaria di Base, che insieme a Giovanni Interdonato del Comitato No Frane riviera jonica messinese denunciano da anni i mancati interventi di messa in sicurezza di Capo Alì. “Le istituzioni in questi anni ci hanno deluso, il nostro esposto sull’immediato pericolo strutturale dopo le frane del settembre 2015 è stato archiviato e nessuno ha fatto nulla” – ha ricordato Di Leo. “Si lavora sempre in emergenza installando quelle che io definisco reti parasoldi e non paramassi, che spesso non riescono neanche a bloccare la caduta di blocchi di piccole e medie dimensioni. Adesso chiederemo all’Anas la rendicontazione di quanto è stato speso in questi anni a Capo Alì e vogliamo che si costituisca un tavolo tecnico con gli organi competenti e i cittadini. Noi come Comitato abbiamo vigilato e denunciato ma manca la volontà politica”. Sulla stessa scia Urdí, che ha ricordato come il Comune di Alì Terme fosse al corrente di quanto fatto dal Comitato No Frane in questi anni e che nel 2015 la polizia giudiziaria effettuò dei sopralluoghi a Capo Alì constatando lo stato delle reti. Ma l’inchiesta venne poi archiviata. Anche la coordinatrice della Protezione civile comunale, Grazia Mazza, ha invitato i cittadini a unirsi e collaborare per la tutela del territorio confermando la disponibilità del Gruppo a collaborare.