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Forza d'Agrò, "Mio marito non ha aggredito il sindaco. La verità su mio figlio è un'altra"
di Andrea Rifatto | 07/12/2019 | ATTUALITÀ
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Giulietta Verzino, consigliera di minoranza
“Ho appreso dai giornali la notizia dell’aggressione al sindaco Bruno Miliadò e voglio smentire ciò che è stato detto”. A parlare è Giulietta Verzino, consigliera di minoranza al Comune di Forza d’Agrò, che rientrata in paese dopo alcuni giorni fuori regione ha voluto commentare a freddo quanto dichiarato dal primo cittadino, che ha denunciato di essere stato aggredito la sera del 26 novembre proprio dal marito della consigliera, che gli avrebbe sferrato due pugni sul volto (in ospedale ha avuto prescritti 7 giorni di prognosi) accusandolo di aver fatto estromettere il figlio dal Servizio civile. “La notizia dell’aggressione a Miliadò da parte di mio marito è falsa, non sono veri i fatti riportati dal sindaco – ci ha dichiarato la Verzino – noi e le nostre famiglie siamo persone perbene, non abbiamo mai avuto a che fare con la giustizia a differenza di altre persone”. Già il marito della Verzino, da noi contattato, aveva negato nei giorni scorsi di aver aggredito il sindaco. Poi la consigliera di opposizione parla della vicenda del figlio, che secondo il sindaco di Forza d’Agrò è stato escluso dal Servizio civile dal Ministero dell’Interno per aver accumulato 35 giorni di assenza non giustificabili: “Non è affatto vero che il Ministero di propria iniziativa ha estromesso mio figlio, è stato il sindaco che ha mandato una relazione dettagliata asserendo che era stato per 35 giorni assente ingiustificato, per farlo licenziare perché si tratta di mio figlio. Le assenze erano giustificate da certificazione medica di malattia ed è falso quanto dichiarato che il ragazzo avrebbe chiesto di firmare quei giorni di assenza, non poteva chiederlo perché era in malattia”. Giulietta Verzino fa sapere di essersi attivata interloquendo con Roma e “mettendo a conoscenza il Ministero dell’Interno della situazione reale dei fatti con documentazione e certificazione. Il Ministero, esaminati i documenti, ha ritenuto valide le motivazioni e la documentazione e ha comunicato al sindaco e all’Ufficio competente che doveva reinserire mio figlio nel progetto del Servizio civile, tra l’altro senza soluzione di continuità. E mio figlio è stato reinserito”.