Forza d'Agrò, il sindaco Bruno Miliadò finisce nei guai: abusi edilizi a casa e nel locale
di Andrea Rifatto | 30/12/2021 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 30/12/2021 | ATTUALITÀ
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Gli immobili dove sono stati effettuati i sopralluoghi
A sollecitare le autorità sarebbe stata una denuncia presentata da un cittadino, che a quanto pare ha colto nel segno facendo finire nei guai il sindaco. Di certo c’è che in due immobili di proprietà del primo cittadino di Forza d’Agrò, Bruno Miliadò, è stata accertata la presenza di abusi edilizi e nei suoi confronti è stata emanata un’ordinanza di demolizione e messa in pristino dei luoghi entro 90 giorni, firmata lunedì dal responsabile dell’Area Tecnica, l’architetto Sebastiano Stracuzzi. Un provvedimento arrivato dopo il verbale di accertamento tecnico redatto il 14 dicembre dal comandante della Stazione dei Carabinieri, il luogotenente Maurizio Zinna, e dallo stesso Stracuzzi (che andrà in pensione l’1 gennaio), in seguito al sopralluogo eseguito in due edifici in viale Delle Rimembranze intestati al sindaco forzese. Durante il controllo è stata accertata “l’esecuzione di alcune piccole strutture senza alcuna autorizzazione - si legge nel provvedimento - e altre realizzate in difformità all’autorizzazione edilizia rilasciata nel 2013”. Stracuzzi e Zinna si sono recati nel terreno retrostante l’hotel-ristorante Souvenir, scoprendo la realizzazione di un vano destinato a forno con struttura in muratura e vetri delle dimensioni esterne di circa 5,60 x 4,90 metri, con un’altezza alla gronda di circa 2,40 metri e al colmo di circa 3,40 metri, coperto con tetto inclinato in legno e soprastante manto di tegole; in adiacenza un altro vano realizzato in muratura e parti a vetrate e aperte, destinato a deposito, di circa 6,70 x 4,90 metri, avente un’altezza alla gronda di circa 2,90 metri e al colmo di 3,60 metri, coperto con tetto inclinato in legno e soprastante manto di tegole; un piccolo vano, con pannelli del tipo Isotec, adiacente alla struttura esistente dell’hotel Souvenir, delle dimensioni esterne di circa 3,70 x 1,80 metri e altezza di circa 3,10 metri, coperto con tetto lievemente inclinato con pannelli coibentati, dove all’interno veniva custodita la caldaia. Tecnico e comandante dei Carabinieri si sono poi spostati al terzo piano di un edificio adiacente (dove Miliadò risulta residente), situato in un’altra particella catastale, e qui è stata accertata la chiusura di una tettoia con pannelli di alluminio e vetri da due lati (nord ed est), in difformità dell’autorizzazione edilizia n. 11 del 2013 e in ampliamento dell’immobile. Se il sindaco di Forza d’Agrò non demolirà le opere contestate, il Comune procederà d’ufficio con spese a suo carico e l’applicazione di una sanzione pecuniaria; la legge gli consente anche di fare ricorso al Tar entro 60 giorni (o al presidente della Regione entro 120) ma a quel punto instaurerebbe una lite pendente con il Comune e diventerebbe incompatibile come sindaco, rischiando la decadenza. L’architetto Stracuzzi ha disposto che l’ordinanza venga trasmessa anche alla Polizia municipale affinché provveda a girarla alla Procura della Repubblica di Messina, al Genio civile e alla Stazione Carabinieri di Forza d’Agrò. Vigili urbani e Forze dell’ordine sono incaricati di accertare l’esecuzione del provvedimento, dandone in caso contrario tempestiva comunicazione all’Ufficio tecnico e al… sindaco.