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Fiumedinisi, scontro sul Polifunzionale: “Inutile colata di cemento”
di Andrea Rifatto | 09/01/2016 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 09/01/2016 | ATTUALITÀ
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Veduta di Fiumedinisi (foto Ciccio Villari)
Scontro politico a Fiumedinisi sulla realizzazione della nuova struttura polifunzionale prevista in piazza San Pietro. A sollevare la questione sono stati i quattro consiglieri comunali di minoranza, Francesco Repici, Orazio De Francesco, Nino Maisano e Gaetano Ricca, che sostengono come si possa configurare l’esistenza di profili di illegittimità, irregolarità e abusi nell’iter procedurale seguito dal Comune, che nel giugno 2014 ha ottenuto un finanziamento da 3 milioni 235mila euro attraverso un bando regionale che assegnava i fondi comunitari del Po Fesr 2007-2013 a valere sul Piano di Azione e Coesione (Pac). Per avvalorare le proprie tesi i membri di opposizione hanno inviato una articolata richiesta di accertamenti all’assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, alla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, al Genio civile, all’Ispettorato ripartimentale delle Foreste, all’Autorità Nazionale Anticorruzione, alla Corte dei conti di Palermo e al Prefetto di Messina. La replica da parte dell’Amministrazione comunale di Fiumedinisi alle tesi della minoranza non si è fatta attendere. “Mi corre l’obbligo di dare delle risposte nette alla cittadinanza e non solo in merito a questa vicenda – esordisce il vicesindaco Giovanni De Luca. Non possono passare per valide, in buona sostanza, le illazioni e le supposizioni buttate qui e là, di questi personaggi che manifestano ancora una volta non solo l’assoluta incompetenza dal punto di vista amministrativo, ma peggio ancora la perversa volontà di ostacolare e distruggere ad ogni costo quanto costruito con fatica dall'Amministrazione. Sembra purtroppo un film già visto da queste parti. Stavolta questi improvvisati economisti ed ingegneri di piazza avrebbero scomodato pure l’Autorità nazionale anticorruzione, il Prefetto e la Corte dei conti, lamentando presunte irregolarità e rappresentando delle circostanze che, purtroppo per loro e per chi li istruisce, semplicemente non esistono! La verità è che, se si fossero documentati in maniera corretta, prima di sparare a salve come sono soliti fare, avrebbero esaminato il progetto esecutivo e si sarebbero accorti che questo fantomatico 'ultimo piano sopraelevato rispetto alla piazza' non esiste! Un bravo tecnico, infatti, avrebbe saputo leggere le quote previste in progetto, rendendosi conto che il livello dell’ampliamento della piazza sarà posto in realtà più di un metro sotto quella attuale, mentre l'unica struttura sopraelevata sarà un fabbricato commerciale situato a margine della piazza stessa e con una sagoma che non intralcerà affatto la visuale della chiesa di San Pietro. Non solo – prosegue De Luca –: si sarebbero pure accorti dell’esistenza del decreto di finanziamento n. 2.947 del 2014 e del decreto di impegno somme n. 3.153 del 2015, vistato dalla ragioneria centrale del Dipartimento regionale Infrastrutture e notificato al Comune giusto qualche giorno fa. Per il resto, messi a tacere sui dati oggettivi, continueranno a sbraitare e pontificare sull'inutilità di questa opera, confermando di essere politicamente inconcludenti e facendosi notare ancora una volta per intenti potenzialmente distruttivi, dannosi all'intera comunità di Fiumedinisi. Noi andiamo comunque avanti: nei prossimi giorni è prevista la consegna dei lavori ed inizieranno le operazioni preliminari per l’installazione del cantiere. I lavori, da contratto, dovranno avere durata di un anno e, tanto per permettere a tutti di valutare l’”inutilità” dell’opera in questione, basta solo dire che doterà Fiumedinisi di parcheggi, box auto, locali per attività pubbliche e locali commerciali, di una piazza molto più ampia di quella attuale e di una piccola cavea all'aperto per spettacoli. Tutto questo – conclude – con un finanziamento a fondo perduto di oltre 3 milioni di euro, ottenuto grazie alla lungimiranza ed alla perseveranza delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni, nonostante tutto!”.
“Tale ‘opera’ non risponde ad alcun parametro di calcolo positivo costi/benefici per la collettività – spiega l’opposizione – in quanto consisterebbe, senza alcun dubbio, in una ennesima ‘colata di cemento’ destinata al comune di Fiumedinisi, senza conoscerne, allo stato, le motivazioni e che di certo determinerebbe, come per le altre ‘realizzazioni’, danni economici, ambientali, paesaggistici e urbanistici di rilevante entità facilmente deducibili. In considerazione dei danni, senza alcun beneficio, che arrecherebbe alla comunità la realizzazione delle struttura in argomento – proseguono – riteniamo che ciò possa celare interessi conflittuali con la sana gestione del pubblico denaro e chiediamo alle autorità, ognuna per la propria competenza, di valutare eventuali profili di illegittimità e/o irregolarità, compresi eventuali abusi, antecedenti e successivi alla procedura di finanziamento e di aggiudicazione della gara per i lavori. Stante che i lavori in argomento potranno avere inizio a breve – si legge al termine della nota - rappresentiamo l’esigenza di un urgente riscontro”. Nella missiva invitata alle autorità il capogruppo Ricca e i colleghi consiglieri hanno scritto che il finanziamento da 3,2 milioni è stato annullato dalla Regione il 29 ottobre 2014 in considerazione delle osservazioni mosse dalla Corte di conti, mentre il 4 maggio 2015, a seguito di ripetute richieste di chiarimenti sull’argomento, i quattro hanno appreso come il Comune sia stato autorizzato a completare l’iter di aggiudicazione definitiva della gara. Gli esponenti di opposizione aggiungono inoltre che la Soprintendenza ai Beni culturali e Ambientali di Messina ha rilasciato autorizzazione paesaggistica a condizione “che non siano realizzate le capriate soprastanti la copertura dell’edificio in quanto limitano la percezione visiva del paesaggio locale” e che per la realizzazione dell’opera è stata richiesta la concessione di un'area demaniale di 630 metri quadri, in quanto l’opera verrebbe realizzata a pochi metri dal fiume di Fiumedinisi, in zone disciplinate dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.