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L'Etna nel patrimonio mondiale dell'umanità
di Carla Trimarchi | 23/06/2013 | ATTUALITÀ
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(Foto Francesco Villari)
Pochi giorni fa il comitato dell'Unesco, riunito a Phnom Penh in Cambogia per la sua sessione annuale, ha inserito il ''Monte Etna'' tra i siti patrimonio mondiale dell'umanità. La zona designata, che fa parte del Parco dell'Etna dal 1987, è costituita da 19.237 ettari, corrispondenti alla parte più alta della montagna. Con i suoi 3.343 metri, l'Etna è "il più alto monte isolano del Mediterraneo e il più attivo stratovulcano del mondo''. Formatosi circa 500.000 anni fa, ha "una delle storie documentate di vulcanismo più lunghe del mondo''; di esso si parla da almeno 2.700 anni ed è presente anche nella mitologia classica e nella letteratura. Il comitato dell'Unesco spiega che "i crateri della vetta, i coni di cenere, le colate di lava, le grotte di lava e la depressione della valle del Bove fanno dell'Etna una destinazione privilegiata per la ricerca e per l'istruzione" e che ancora oggi il monte Etna ''continua ad influenzare la vulcanologia, le geofisica ed altre discipline della Terra''. I siti compresi nella 'World Heritage List' rivestono eccezionale importanza dal punto di vista culturale o naturale e, a prescindere dal territorio sul quale si trovano, appartengono ai popoli del mondo intero. Rappresentano, infatti, il punto di riferimento, il modello, l’identità dei popoli e costituiscono l’eredità del passato da trasmettere alle generazioni future. Sono 962 (di cui 745 beni culturali, 188 naturali e 29 misti) presenti in 157 nazioni del mondo. Attualmente è proprio l'Italia a detenere il maggior numero di siti, da quest'anno sono 48. In Sicilia, oltre al monte Etna, ci sono altri 5 siti patrimonio dell'umanità: l'area archeologica di Agrigento (1997), la Villa del Casale di Piazza Armerina - Enna (1997), le Isole Eolie (2000), le città barocche della Val di Noto (2002), Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica (2005). Inoltre nella lista del ''patrimonio culturale immateriale dell’umanità'', stilata sempre dall'Unesco, possiamo trovare l'Opera del Pupi (2008) e la dieta Mediterranea (2009). Anche in questa occasione numerosi sono stati i rappresentanti delle istituzioni che giustamente hanno espresso soddisfazione per questo prestigioso riconoscimento e da sempre il patrimonio culturale, naturale e artistico della nostra terra è ammirato e stimato a livello nazionale e internazionale. Adesso sarebbe tempo di mettere a frutto tutta questa bellezza. Foto di Francesco Villari