Giovedì 29 Maggio 2025
La relazione della Dia sull'attività 2024, in un territorio crocevia di traffici illeciti


Estorsioni, corruzione riciclaggio: la mappa della criminalità mafiosa nella zona jonica

di Andrea Rifatto | ieri | ATTUALITÀ

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La nuova mappa della Dia sui clan mafiosi

Interessi e ingerenze nei settori nevralgici dell’economia e della Pubblica Amministrazione, in un territorio a grande vocazione turistica dove girano ingenti capitali. La zona jonica messinese si conferma area d’influenza delle organizzazioni mafiose etnee anche nella Relazione sull’attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel 2024, presentata dal ministro dell’Interno al Parlamento e relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso. Un’edizione si connota per la significativa riduzione del gap temporale con il periodo di riferimento – in passato arrivato ad oltre un anno – per poter rendere disponibile un resoconto sull’andamento dell’azione antimafia “ravvicinato”, relativo ad un arco maggiormente significativo, essendo adesso riferita all’intero 2024. Nella fascia jonica, nei comuni di Taormina, Giardini Naxos, Malvagna e Mojo Alcantara, così come nel limitrofo centro catanese di Calatabiano, opera in particolare il clan Cintorino, strettamente legato al clan catanese Cappello, attivo soprattutto nel traffico di droga (la Dia ricorda pregresse attività investigative tra le quali “Good Easter”, “Fiori di Pesco”, “Isola Bella” e “Alcantara” e l’operazione “Pitagora” (2022) della Guardia di Finanza che ha disvelato l’esistenza di un sodalizio criminale attivo nelle province di Catania e di Messina, dedito allo smercio di droga gestito da un pluripregiudicato di Giardini Naxos riconducibile al clan Cintorino) e nel riciclaggio di capitali illecitamente accumulati, in quanto l’area jonica è zona notoriamente a grande vocazione turistica, in cui marcato è il rischio di riciclaggio di capitali di provenienza illecita. 

Così come evidenziato dagli esiti di un’indagine conclusa dalla Guardia di Finanza nel 2022, che ha portato all’arresto di 7 persone per associazione di tipo mafioso, corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità, con il coinvolgimento di alcuni amministratori locali, lo stesso clan Cintorino opererebbe, inoltre, alle pendici dell’Etna e nello specifico nei comuni di Malvagna e Mojo Alcantara, laddove un esponente del clan sarebbe riuscito a far pervenire “...inequivoche sollecitazioni…” a taluni esponenti dei comuni per l’assegnazione di commesse pubbliche ad imprese vicine al predetto clan. A seguito dell’indagine, ritenendo plausibili le ingerenze mafiose del clan nel comune di Mojo Alcantara, il 3 febbraio 2023 è stato decretato lo scioglimento del Consiglio comunale. Tuttavia, il 9 luglio 2024, la Corte di Appello di Messina, nell’ambito del procedimento penale inerente a tale indagine, ha assolto dal reato di associazione mafiosa l’ex sindaco Bruno Pennisi per non aver commesso il fatto, condannandolo a 6 anni di reclusione per un caso di corruzione. Il 17 novembre scorso si sono tenute le nuove elezioni comunali. 

Nella fascia jonica è emerso anche l’interesse criminale di alcuni esponenti del clan catanese Laudani, manifestato sia attraverso particolari forme estorsive finalizzate all’ingerenza del sodalizio nel tessuto economico locale, sia mediante fenomeni di corruttela. In particolare, le risultanze di un’indagine, scaturita dalla denuncia di un imprenditore locale attivo nel settore della grande distribuzione alimentare e portata a termine dai Carabinieri il 27 aprile 2024 con l’esecuzione di un provvedimento cautelare, hanno evidenziato come lo stesso, mediante minacce, fosse costretto da due soggetti, di cui uno già organico al clan, a rifornirsi dei prodotti necessari alla propria attività nell’azienda dagli stessi rappresentata. Particolari dinamiche criminali condotte dal clan Laudani sulla zona jonica, riguardo a fenomeni corruttivi, sono emerse nel corso di un’indagine portata a termine il 4 ottobre 2024 dalla Polizia di Stato di Catania con l’esecuzione di un provvedimento cautelare nei confronti di quattro soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, accesso abusivo ai sistemi informatici, trasferimento fraudolento di valori.


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