Martedì 09 Dicembre 2025
Lettera alla Regione dell'ex sindaco di Sant'Alessio, Tino Gussio, sul dibattito in corso


"Ecco perché è un errore dismettere l'attuale ferrovia, surreale la decisione dei sindaci"

di Redazione | oggi | ATTUALITÀ

912 Lettori unici

L'attuale linea nel tratto alessese

«Non si dismetta l’attuale linea ferroviaria, la Regione dia ascolto alle richieste del territorio in difesa di un sano e ammodernato trasporto pubblico e di un insostituibile servizio». A scriverlo in una lettera inviata all’Assessorato regionale delle Infrastrutture e della Mobilità è l’avvocato Agatino Gussio, ex sindaco di Sant’Alessio Siculo. «Ho appreso nei giorni scorsi da Sikily News che alcuni sindaci della fascia jonica tra Fiumefreddo e Scaletta Zanclea si sono riuniti per discutere del destino dell'attuale ferrovia nel tratto tra Fiumefreddo e Giampilieri dopo l'entrata in esercizio della nuova linea ferroviaria in corso di realizzazione - esordisce Gussio - e me ne sono rallegrato perché era ora che se ne parlasse, ma solo per il suo eventuale miglioramento. Ma il mio compiacimento ha avuto un brevissimo spazio temporale nell'apprendere che, però, la decisione dell’Assessorato e di Rfi di mantenere l'attuale rete ferroviaria tra Fiumefreddo e Giampilieri, con la quale concordo pienamente, non è stata accolta favorevolmente da tutti i sindaci. In verità si temeva, ma per fortuna non è stato così e ne va dato atto, che gli Enti regionali o nazionali decidessero, invece, di dismettere l'attuale ferrovia e c'è da stupirsi, e non poco, che ne sia nata una discussione, sollevata dagli Enti locali, non tutti, per contrastare tale decisione. Considero surreale, ma anche imbarazzante, che, sul punto, ne sia nata una discussione, ma devo rassegnarmi nel dare ragione a quanti ci ricordano che di scontato non c'è mai niente, neppure la democrazia. E visto che siamo costretti a farlo e non ci si può tirare indietro, né si può rimanere silenti o inermi e indifferenti, non avendo, peraltro, interessi personali da difendere, provo anch'io a dire la mia per sostenere l'estrema utilità, anzi la necessità, di tenerci cara l'attuale ferrovia, anche e soprattutto per le future generazioni, che, fra l'altro, saranno quelle che, elettorato attivo ed elettorato passivo, dovranno esprimersi, fra non meno di 10-15 anni, il tempo previsto per il completamento della ferrovia in corso di realizzazione, sulla sorte dell'attuale ferrovia. Nelle more, non credo che si corra alcun rischio, a meno che a qualcuno, ma non saprei dire chi e come, non venga mente di eliminare da subito la nostra ferrovia. Senza entrare nel merito delle proposte alternative, anche perché non mi compete, limitandomi, tuttavia, ad osservare che le diverse soluzioni prospettate di cui si sente parlare, peraltro contrastanti fra di loro, avrebbero bisogno della relativa copertura di spesa, mi preme, invece, da semplice cittadino, fruitore della rete ferroviaria esistente fin da ragazzo, studente delle scuole medie e del Liceo di Santa Teresa di Riva, difendere le ragioni del mantenimento della detta ferrovia. 

Comincerei dal segnalare l'ordinario, abituale e così familiare utilizzo del treno sul tratto in questione da parte di tante persone, pendolari in genere, che dalle prime ore del mattino, da poco meno di 150 anni, si recano nelle stazioni tra Giarre, Fiumefreddo e Giampilieri per prendere questo mezzo di trasporto che li riporta, poi, nella stessa stazione. Sono semplici pendolari, studenti che ogni mattina scendono a Letojanni, Alcantara, Santa Teresa, Furci, Giarre per recarsi a scuola nei rispettivi istituti di istruzione e per raggiungere anche Messina e la sua Università, provenendo da tutti i paesi della fascia jonica. Il treno accoglie chi ripassa la lezione, chi legge, chi chiacchiera con i compagni... Ed è lo stesso treno che li riaccompagna a casa dopo la scuola. E l'indomani ancora, e poi ancora, ed è sempre stato così da tanto tempo e sempre con lo stesso treno, un tempo a vapore ed oggi elettrico. E non mancano i professionisti, impiegati pubblici e privati, insegnanti, lavoratrici e lavoratori, proprio quegli ex studenti, che prendono (...anzi prendiamo) sempre lo stesso treno, oggi trasformato in comode vetture, munite dei più moderni strumenti tecnologici, su cui c'è posto anche per le biciclette, veloci e silenziosi, al passo con i tempi, di ultima generazione, come si usa dire. Il personale, gentile e professionale, fa il resto. E vi posso assicurare che non è adulazione, ma semplice riconoscimento e pura constatazione. Sono treni che, una volta tanto, sono infinitamente migliori e più moderni di quelli in servizio, per esempio, in Lombardia, dove Trenitalia non può vantare gli stessi standard. Ma mentre in Lombardia non si sognerebbero mai di sopprimere le stazioni e le fermate locali da Chiasso o da Como San Giovanni per Milano e non si sognerebbero neppure di parlarne, da noi, invece, se ne sta discutendo come se si trattasse di un argomento marginale e di poco conto, senza pensare alle soverchianti ragioni a favore del mantenimento dell'attuale ferrovia. Forse non ci si sta nemmeno rendendo conto che in tutta l'Europa continentale il trasporto ferroviario domina le scelte green di quei Paesi, a tutela del collegamento capillare in treno fra piccoli e grandi centri, allo scopo di scoraggiare l'uso della macchina e dei mezzi gommati in genere. A parte la sicurezza, il treno, questo nostro treno, che possiamo prendere nelle stazioni poste nel centro dei nostri paesi, dove ci rechiamo prevalentemente a piedi, e che ci porta sempre nel pieno centro dei paesi e città di destinazione, ci consente un viaggio tranquillo, ci consente, mentre viaggiamo, di tenere in mano un libro, di leggere il giornale, rivedere i nostri scritti, di utilizzare il telefonino, di conversare con i compagni di viaggio, incontrare i vecchi e nuovi amici, di goderci anche il panorama. E intorno a noi anche turisti, stranieri in gran parte, che si recano da Messina a Taormina e dintorni. Semplici viaggiatori per diletto e svago o per necessità o per andare a fare shopping in città o per i più svariati motivi, sempre partendo dalla nostre stazioni ferroviarie locali, senza dovere fare ricorso all'autovettura, il cui uso spesso platealmente condanniamo, ma solo a parole e senza crederci veramente. Occorre anche segnalare che la nuova rete ferroviaria in corso di costruzione, dopo la sua entrata in esercizio, non potrà mai sostituire, per le reali esigenze dell'utenza locale, il servizio di cui in atto stiamo godendo. Basti pensare alla notevole distanza che separa le poche stazioni previste nel nuovo progetto dai centri dei nostri paesi. Non vedo come possa sfuggire che a fronte di 13 stazioni, se mal non le ho contate, ce ne saranno solo 4, credo, tra Fiumefreddo e Giampilieri (Giampilieri, Alì Terme, Sant’Alessio e Taormina) tutte lontane, anzi molto lontane, dai centri abitati. Non si riesce neppure a pensare che la stazione di Taormina, considerata se non la più bella di tutta Italia, sicuramente fra le più belle, corra il rischio di essere dismessa. Non so quanto possa risultare utile sottrarre alla vista dei turisti ed al piacere dei nostri occhi siffatto edificio, patrimonio ed orgoglio di tutti, per sacrificarla non si sa neppure a favore di che cosa. 

Dismessa malauguratamente l'attuale ferrovia, dovremmo immaginare uno studente (che oggi si reca a piedi nella stazione del proprio paese) che, partendo da Letojanni, dovrebbe raggiungere la stazione di Taormina o quella di Lacco (frazione di Sant’Alessio) provenendo da Furci o da Santa Teresa e così via. Prospettiva assolutamente inverosimile e inaccettabile. La nuova rete è stata progettata e prevista per altre utenze e per lunghe percorrenze, non certo per favorire o migliorare l'attuale trasporto locale capillare. Mi è di conforto, però, e meno male, che in tanti si siano espressi per il mantenimento dell'attuale ferrovia e non è un caso che fra i tanti, nel coro, direi per fortuna, oltre alle associazioni culturali particolarmente attente all'ambiente ed alla qualità della vita, ci sia anche Orazio, ex ferroviere macchinista, che meglio di me ha manifestato la sua netta contrarietà alla dismissione della ferrovia, e non certo per mera malinconia, ma nell'esclusivo sostegno dell'interesse generale dell'intera collettività. Questa mia rischia di diventare un elenco infinito di ragioni che devono indurci al sostegno del mantenimento dell'attuale strada ferrata, ma vorrei concludere con un breve cenno storico, che ritengo meritevole di un'ulteriore riflessione. Correva l'anno 1886, era il 12 dicembre, quando fu inaugurato il tratto di ferrovia Messina – Taormina e da lì ad un anno la ferrovia raggiunse Catania e, negli anni a seguire, Siracusa. Con i mezzi di allora e con il faticoso lavoro dei nostri bisnonni, dei quali i più anziani tramandano il ricordo, furono realizzati ponti e gallerie, opere di protezione e tutto ciò che oggi possiamo ancora vedere. La ferrovia era stata realizzata per quelle generazioni e future. Sta a noi per quelle oggi difendere le lungimiranti scelte di allora, valide a tutt'oggi ed ancora oggi rivolte verso il futuro. Quest'opera ha contribuito al progresso dell'intera fascia jonica della nostra Isola ed è destinata, a mio modesto parere, ad assicurare un uguale progresso anche per gli anni a venire. Tutto ciò premesso, si confida che l’Assessorato per le Infrastrutture e la Mobilità della nostra Regione voglia dare attenzione alla presente ed a tutte le altre istanze dei cittadini in difesa di un sano e ammodernato trasporto pubblico e di un insostituibile servizio»


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.