Ccpm, "No a giochetti dall'alto": ScN e M5S chiedono chiarezza a Schifani e Faraoni
di Andrea Rifatto | 08/03/2025 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 08/03/2025 | ATTUALITÀ
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L'ultima proroga scadrà il 31 luglio: e poi?
Chiarezza. È quella che chiedono le forze politiche, le famiglie dei piccoli pazienti e il personale medico sul destino del Centro di Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, alla luce delle dichiarazioni del deputato catanese di Fratelli d’Italia, Francesco Ciancitto, che annunciano il futuro spostamento della struttura d’eccellenza al Policlinico di Catania o all’ospedale Papardo di Messina. Chiarezza chiesta al governo regionale, che finora ha sempre lasciato intendere come vi siano ancora speranze di ottenere la deroga al decreto Balduzzi e mantenere due Cardiochirurgie pediatriche in Sicilia, come affermato di recente dall’assessora regionale alla Salute, Daniela Faraoni, che ha spiegato come il destino del reparto taorminese dipenderà dalla nuova rete ospedaliera, dunque una decisione non soltanto della Regione ma anche del Ministero alla Salute, spiegando che al di là dei limiti del decreto Balduzzi (un reparto ogni 5 milioni di abitanti) vadano considerate anche le condizioni geografiche di un territorio molto vasto (con distanze non sempre facilmente percorribili) e la condizione di insularità. Proprio all’assessora Faraoni ieri il gruppo parlamentare di Sud chiama Nord all’Ars ha chiesto un'audizione urgente per chiarire il destino del Ccpm di Taormina: «Le recenti dichiarazioni del deputato Ciancitto destano grande preoccupazione e meritano un immediato confronto istituzionale - commentano i deputati - non possiamo accettare passivamente decisioni calate dall’alto su un presidio di eccellenza, senza alcun coinvolgimento del territorio e delle istituzioni locali». I parlamentari di ScN sottolineano come il Centro abbia garantito cure di altissimo livello per i bambini cardiopatici e rappresenti una realtà di riferimento a livello nazionale e l’audizione mira a fare chiarezza sugli atti adottati dalla Regione e sulle reali intenzioni del governo in merito alla continuità assistenziale e alla collocazione del centro. Sud Chiama Nord chiama in causa anche il presidente Renato Schifani: «Chiediamo che metta in campo anche per il Ccpm la stessa autorevolezza dimostrata in altri settori cruciali come la gestione dell’acqua, dei rifiuti e del risanamento urbano - aggiunge il gruppo all’Ars - questo è il momento di difendere un’eccellenza sanitaria e garantire ai bambini siciliani il diritto alle migliori cure possibili». Schifani, nelle scorse settimane, aveva ricordato come il decreto Balduzzi preveda 15 posti di Cardiochirurgia pediatrica ogni cinque milioni, mentre in Sicilia ne sono attivi 23 tra Taormina e Palermo, assicurando massima attenzione al caso del Ccpm ma dicendo no a campanilismi e a doppioni di reparti a distanze di pochi chilometri, vista anche la necessità di razionalizzare l’assistenza anche per la carenza di medici. «Le dichiarazioni di Ciancitto mi lasciano perplesso - ha commentato l’onorevole Antonio De Luca, capogruppo all’Ars del Movimento Cinque Stelle e membro della Commissione Sanità - non può essere la volontà del Governo nazionale e del Ministero della Salute a determinare la collocazione fisica di questo centro di eccellenza. L’ipotesi dello spostamento, oltre a essere inopportuna non ha, a mio avviso, alcun fondamento logico e giuridico vista l’incompetenza del Ministero a indicare alla Sicilia dove deve allocare le unità operative che intende mantenere. Se qualcuno crede di scippare il Ccpm di Taormina con simili giochetti avrà vita dura, anzi durissima». De Luca ha scritto una lettera urgente al presidente Schifani, all’assessora Faraoni e al presidente della Commissione Sanità Giuseppe Laccoto per chiedere immediati chiarimenti: «Schifani ha il dovere di fare immediata chiarezza confermando o smentendo le dichiarazioni dell’on. Ciancitto - conclude Antonio De Luca - chiederò anche la convocazione in Commissione Sanità dell’assessora Faraoni. Vogliamo conoscere una volta per tutte il futuro di questa struttura perché non si può andare avanti di deroga in deroga. Si deve rispettare la volontà delle famiglie e del territorio, tenendo conto dei ragguardevoli risultati da sempre ottenuti dal Ccpm».