Carmelo Duro, un visionario per il territorio: "Teniamo viva la sua sete di conoscenza"
di Andrea Rifatto | 26/08/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 26/08/2023 | ATTUALITÀ
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Mastroieni, Caminiti, Brianni, Tamà, Chillemi e Albano
La sua visione antesignana del territorio, ma anche aneddoti e momenti di vita. A nove anni dalla scomparsa è stato ricordato a Sant’Alessio Siculo il giornalista Carmelo Duro, corrispondente per tanti anni di Gazzetta del Sud, scrittore, storico, sindacalista e politico. Una serata organizzata a Villa Genovesi dall’associazione “La Valle d’Agrò-Carmelo Duro” guidata da Pino Chillemi, in collaborazione con Amministrazione comunale, Archeoclub Area Jonica e Università delle Tre Età di Santa Teresa di Riva, per tenere viva e tramandare la sua sete di conoscenza del territorio. Dopo i saluti del sindaco Domenico Aliberti e dell’assessore alla Cultura Saro Trischitta, che ha proposto l’istituzione di un Premio dedicato a Duro, l’autrice Mimma Mastroieni ha letto la poesia-manifesto “Cadevan le prime foglie” dedicata al concittadino. “È stato un uomo di cultura per la cultura - ha sottolineato Chillemi ricordando la sua amicizia con il giornalista - aveva già in tempi non sospetti una visione all’avanguardia del territorio, parlava non solo di valle d’Agró ma di intera riviera jonica unita”. Il presidente Archeoclub, Filippo Brianni, ha evidenziato come “studiando il territorio si inciampa inevitabilmente in Carmelo Duro, che lo ha amato e raccontato, anche se spesso è stato osteggiato nella sua attività di giornalista e alcune sue importanti idee rivoluzionarie sono state snobbate”. “Per dovere verso di lui siamo sempre curiosi e cerchiamo di studiare e capire per raccontare il territorio - ha aggiunto Ketty Tamà, vicepresidente Archeoclub - trasmettendo con emozioni forti e intense il piacere di scoprirlo”. Tamà ha inoltre proposto la ristampa del volume “La Valle d’Agrò” di Duro, pubblicato nel 1987, ricordando l'impegno per il territorio anche di Carmelino Puglisi, avvocato e studioso e autore di testi di storia locale. “Con Duro nasce la valle d’Agró e con la scrittura ha fermato il tempo - ha sottolineato il presidente Unitre, Santino Albano - un uomo che ha dato e continua a dare speranza a questa zona”. Presenti alla serata anche Natale Caminiti, vicepresidente dell’associazione Amici di Onofrio Zappalà, che ha ricordato la vicinanza dello scrittore all’associazione nata in ricordo del giovane alessese morto nella strage di Bologna del 1980 con “una presenza discreta e collaborativa che ha portato anche alla sua nomina di socio onorario”; Caminiti, così come Giuseppe Restifo, ex docente di Storia moderna all’Università di Messina, vicepresidente Anpi Messina, storico e ricercatore e Giuseppe Martino, presidente Anpi, presenti a Villa Genovesi, hanno evidenziato la necessità di ricordare tre figure importanti per Sant’Alessio Siculo come Carmelo Duro e Onofrio Zappalà ma soprattutto padre Antonio Musumeci, ucciso dai nazisti nel 1943, la cui storia è ricostruita nell’ultimo libro di Duro: “Un testo che va affiancato alla petizione del 2020 per avviare l’iter di beatificazione - ha detto Restifo - che ci impegneremo a far andare avanti affinché giunga al termine con il riconoscimento per il parroco”. Presenti alla serata anche il sindaco di Limina Filippo Ricciardi e l'assessore Giuseppe Trimarchi di Savoca.