Cardiochirurgia pediatrica di Taormina, c'è l’ennesima proroga aspettando l'atto finale
di Redazione | oggi | ATTUALITÀ
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Ennesimo prolungamento dell’atto del 2020
Altri sei mesi di proroga per l’atto che tiene “in vita” il reparto di Cardiochirurgia pediatrica all’ospedale “San Vincenzo” di Taormina. L’azienda sanitaria provinciale di Messina ha infatti emanato la delibera che prolunga dall’1 gennaio al 30 giugno 2026 l’accordo sottoscritto nel 2020 tra l’Irccs “Bambino Gesù” di Roma e l’Asp di Messina per la collaborazione in ambito pediatrico. Il provvedimento è stato siglato dal direttore generale Giuseppe Cuccì, al termine dell’istruttoria curata dal direttore della Unità Coordinamento Staff Direzione Generale, Giancarlo Quattrone, e prevede la possibilità di un recesso anticipato qualora nel frattempo dovessero intervenire ulteriori determinazioni da parte del Ministero o dell’Assessorato regionale della Salute. Il 12 dicembre l’Assessorato regionale della Salute, in riscontro alla richiesta giunta dall’Asp in merito alle determinazioni d assumere rispetto alla ulteriore proroga del rapporto di collaborazione con il “Bambino Gesù” di Roma, ha evidenziato che sono in corso interlocuzioni formali tra gli Enti preposti, finalizzate al mantenimento del Centro di cardiochirurgia pediatrica all’ospedale “San Vincenzo” di Taormina, evidenziando la necessità di garantire la continuità del reparto e quindi il mantenimento dei Livelli essenziali di assistenza, nelle more che vengano definite sia le interlocuzioni con il Ministero e sia l’approvazione definitiva della nuova Rete ospedaliera regionale. La proposta presentata a Roma dal governo regionale prevede l’accorpamento funzionale del Ccpm di Taormina con il reparto di Cardiochirurgia per adulti dell’ospedale “Papardo” di Messina, con gli otto posti letto lasciati fisicamente al “San Vincenzo” con il reparto che assume la funzione di spoke (struttura periferica), collegato con la Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale “Arnas Civico” di Palermo che sarà invece Hub (struttura centrale principale e centro decisionale), con il mantenimento delle due strutture in deroga ai livelli prestazionali previsti dal Decreto Balduzzi.
