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Beni confiscati alla mafia: quale futuro?
di Sikily News | 31/01/2014 | ATTUALITÀ
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Due miliardi e 220 milioni di euro è il valore dei beni confiscati nel 2013 a Cosa nostra, che si sommano ad altri sequestri per circa 170 milioni: questi i numeri resi noti dal Centro operativo della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Palermo, che esplicitano la portata di un fenomeno, la confisca dei beni da attività illecite, oggetto di una regolamentazione normativa spesso al centro di dibattiti e dissidi, per il riutilizzo e le forme di investimento. Un valore importante destinato a crescere nel tempo, che è necessario valutare «quale misura di prevenzione finalizzata a ristabilire le condizioni di normalità nei mercati e a rifondere la collettività dei danni subiti dalle attività criminali», spiega l’economista Antonio Pogliese, Past Governatore Lions Distretto Sicilia, avanzando una proposta che poggia sulla connessione tra la gestione delle risorse sequestrate – affidata all’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati – e il Microcredito, annoverato tra le nuove forme di solidarietà e regolato dal decreto legislativo 169 del 19 settembre 2012. «Nelle varie forme di concessione del Microcredito sono escluse le garanzie reali da parte dei beneficiari – spiega l’economista - ne consegue che le percentuali delle insolvenze e, successivamente, delle perdite di credito, siano maggiori rispetto alla normale attività di gestione di credito alle imprese e al consumo. Questo aspetto ne costituisce anche il limite operativo, in minima parte risolto con garanzie di disponibilità finanziarie a presidio e con meritoria attività di garanzia da parte di qualche istituzione benefica. Fin qui, siamo davanti a una concreta e attuale forma di solidarietà sovente risolutiva ma condizionata dalla mancanza di garanzie anche reali». Recentemente la Regione Sicilia ha finanziato progetti di riqualificazione e riconversione dei beni confiscati alla criminalità organizzata nei centri urbani e aree marginali: i fondi destinati a tali progetti provengono dal P.O. FESR Sicilia 2007/201 - Asse VI Sviluppo urbano sostenibile – obiettivo 6.3.2. “Migliorare la qualità della vita e favorire la riduzione della marginalità sociale attraverso la riqualificazione e riconversione dei beni confiscati alla criminalità organizzata nei centri urbani e aree marginali”. Gli immobili ammessi a finanziamento dovranno essere destinati e utilizzati per pronto soccorso sociale, centri accoglienza per gestanti e madri con figli, centri di accoglienza per fronteggiare i disagi di soggetti svantaggiati, centri antiviolenza e case di accoglienza, centri di accoglienza in favore di soggetti disabili privi di sostegno familiare. Domani incontro sul tema a Misterbianco L’iniziativa si terrà alle 17 a Misterbianco, nella sala conferenze dello Stabilimento Di Monaco (via Municipio angolo via Archimede).
La proposta, di recente avanzata nel corso di un convegno organizzato dalla Diocesi e dal Comune di Acireale, dalla Fondazione del Credito Siciliano e dalla Fondazione Lions del Distretto 108 Yb Sicilia, è quella di «autorizzare l’Agenzia a concedere agli istituti di credito che si vorranno convenzionare la garanzia per una percentuale (75%) delle insolvenze nella gestione del Microcredito. Ciò - spiega Pogliese – avvierebbe, contemporaneamente, il microcredito con notevoli benefici per alleviare la povertà, i consumi e lo sviluppo economico per la micro imprenditorialità e potrebbe smobilizzare il patrimonio ingente gestito dall’Agenzia. Non ultimo, amplificherebbe la percezione dell’utilità concreta delle misure di prevenzione antimafia. Rivolgo, quindi, ai parlamentari nazionali siciliani questa proposta – conclude – invitandoli a partecipare al dibattito che potrà essere promosso anche dall’Associazionismo e proporre una soluzione concreta, innovativa e facile da realizzare in questo momento di profonda crisi non solo economica».
Sul tema dell'utilizzo dei beni confiscati alle organizzazioni criminali domani a Misterbianco si terrà un incontro dal titolo “Le aziende e i beni confiscati alla mafia sono patrimonio di tutti – Idee, proposte, progetti per rendere effettivo il riutilizzo sociale”, organizzato dal Partito Democratico di Misterbianco e dai Giovani Democratici. A discutere di beni, patrimoni e aziende tolti di mano alla mafia ci saranno il deputato del Partito Democratico e sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta, il Direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, prefetto Giuseppe Caruso, Maria Luisa Barrera, portavoce Officina Beni Confiscati “Libera” Catania, il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo, la segretaria confederale Cgil Catania Pina Palella e il segretario del Pd di Misterbianco Natale Falà. L'incontro sarà coordinato da Massimo La Piana del direttivo del Pd locale. “É un tema che mi sta particolarmente a cuore – ha affermato Berretta -: quello dell'utilizzo dei beni confiscati alle organizzazioni criminali infatti è un argomento che interessa tutti noi, in particolare noi siciliani, per i risvolti che ha nel nostro sistema economico oltre che per le implicazioni sociali.