Giovedì 07 Agosto 2025
Accolta la richiesta contro il Ministero per gli arresti domiciliari disposti nel 2018


Assolto nel processo sui ricorsi bluff: risarcito per ingiusta detenzione Carmelo Paterini

di Andrea Rifatto | 05/08/2025 | ATTUALITÀ

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La Corte d'appello ha accolto l'istanza

Riconosciuto l’indennizzo per ingiusta detenzione a Carmelo Paterini, l’agente immobiliare uscito assolto con formula piena dal Tribunale di Messina con sentenza del 14 aprile 2021, divenuta irrevocabile il 29 settembre dello stesso anno, al termine del processo in cui era imputato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e truffa in concorso sulle cause civili e i ricorsi contro le cartelle esattoriali promosse nella zona jonica dall’associazione “Feo Progetto Benessere” di Giardini Naxos, creata da Vincenzo Vanaria. Con istanza del 12 aprile 2023 Paterini, assistito dall’avvocato Agatino Bellomo, aveva chiesto la liquidazione di 15mila 564 euro per l’ingiusta detenzione agli arresti domiciliari dal 19 febbraio al 26 giugno 2018, mentre il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva proposto il rigetto o la riduzione dell’indennizzo per aver la controparte agito con colpa grave e aver causato con condotta colpevole l’applicazione della misura restrittiva. La Corte d’appello di Messina, con ordinanza della Prima Sezione penale (presidente Antonino Giacobello, consiglieri Luana Lino e Carmine De Rose) ha deciso di liquidare a titolo di riparazione per l'ingiusta detenzione la somma di 117,91 euro al giorno per la custodia cautelare in regime di arresti domiciliari, riferibile a tutti i danni ipotizzabili (anche di ordine familiare e personale), riconoscendo in via forfettaria ed equitativa la complessiva somma di 15mila 092 euro (in relazione a 128 giorni di domiciliari) «pur nella consapevolezza che tale somma non risarcisce la totalità dei danni - si legge nel provvedimento - ma intende costituire solo un serio ristoro per quelle limitazioni e per quei danni direttamente e strettamente correlati alla ingiusta misura coercitiva della libertà personale». 

La Corte d’appello ha rilevato che «i giudici di merito hanno ritenuto non provata, al di là di ogni ragionevole dubbio, la penale responsabilità di Paterini in ordine ad entrambi i reati ascritti, così pervenendo a giudizio assolutorio» e che «non ha creato affatto i presupposti per l'applicazione della misura cautelare, emessa sulla base degli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari», mentre in sede di giudizio di primo grado «i giudici di merito sono pervenuti a giudizio assolutorio sulla base di una diversa valutazione degli elementi di indagine, operata unitamente alle altre prove raccolte in dibattimento, diversa da quella effettuata dai giudici della cautela».

Più informazioni: falsi ricorsi  


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