Giovedì 07 Novembre 2024
Incontro tra imprese e Arpa sulla gestione del rifiuto. Si temono rischi per l'ambiente


Arsenico nel cantiere ferroviario a Nizza, c'è un'ipotesi per smaltire 14mila tonnellate

di Andrea Rifatto | 20/10/2024 | ATTUALITÀ

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Il deposito temporaneo di Nizza

La certezza è una: i lavori per la costruzione del raddoppio ferroviario subiranno un rallentamento. La presenza di arsenico nella roccia, emersa nel cantiere di Nizza di Sicilia durante lo scavo della galleria “Sciglio”, provocherà ritardi nella realizzazione dell’infrastruttura, perchè seppur la presenza del metalloide fosse nota già in fase di progetto, il suo smaltimento con le terre e le rocce da scavo costituisce un problema di non facile risoluzione. Se ne è discusso a Messina nel corso di una riunione nella sede dell’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, interpellata dal Consorzio Messina-Catania Lotto Nord che riunisce le imprese costruttrici Webuild e Pizzarotti per condividere le modalità di gestione dei materiali da scavo. Al tavolo hanno preso parte Rete Ferroviaria Italiana, Italferr e i sindaci Natale Briguglio di Nizza di Sicilia e Giuseppe Lombardo di Roccalumera, quest’ultimo anche come deputato regionale e componente della Commissione Territorio e Ambiente all’Ars, che seppur non invitato dal Consorzio ha chiesto ad Arpa di poter partecipare al confronto. Assente il sindaco di Alì Terme, invitato dal Consorzio. Tra i non invitati anche l’Azienda sanitaria provinciale, che si è presentata comunque vista la delicata tematica che riguarda anche la salute umana, considerato che l’arsenico è altamente nocivo, e ha chiesto chiarimenti e approfondimenti. Durante la discussione è emerso come nel cantiere di Nizza di Sicilia siano presenti già 14mila tonnellate di terra da scavo contenente arsenico oltre i valori limite, stoccate in vasche stagne, e il Consorzio ha rappresentato la difficoltà a smaltire questo materiale, considerato che l’unica discarica in Sicilia che può trattarlo si trova a Gela ma non può ricevere più di 2.000 tonnellate a settimana. 

Arpa ha chiarito come ciò che provenga dallo scavo della galleria e risulti contaminato dall’arsenico vada trattato come rifiuto ai sensi del Codice dell’Ambiente e dunque la soluzione prospettata è quella di creare direttamente sul posto un impianto di trattamento, che richiede però autorizzazioni ambientali di Regione e Città metropolitana e quindi tempi non immediati, anzichè trasferire con i mezzi le terre in altre località siciliane. Le imprese costruttrici hanno inoltre fatto presente come la talpa per lo scavo della galleria non possa rimanere ferma a lungo, ma ogni due-tre giorni sia necessario metterla in movimento per avanzare per circa due metri, producendo materiale di scarto che verrà posto nella vasca di riserva. «Arpa ci ha assicurato che non ci sono pericoli per l’ambiente - commenta il sindaco Briguglio - in ogni caso per sicurezza ho subito dato mandato di effettuare nuove analisi sulle acque dei nostri pozzi. Occorre essere attenti e non creare allarmismi, non appena riprenderanno gli scavi i controlli ambientali verranno intensificati». Per il collega Lombardo «la situazione non è bella - afferma - non si sa se ci sia un inquinamento delle falde acquifere perchè l’arsenico è molto solubile, non ci sono i piani di monitoraggio delle polveri e vanno incentivati i controlli e la loro frequenza. Il transito dei mezzi solleva polveri e bisogna verificare anche al di fuori del cantiere - aggiunge - a mio avviso c’è stata leggerezza, già a luglio 2023 il valore limite dell’arsenico è stato sforato di sette volte e per un anno si è andati avanti, anche senza barriere antipolvere».

Più informazioni: arsenico raddoppio  


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