Giovedì 30 Ottobre 2025
Le parole di uno degli allievi della squadra giovanile guidata dal mister scomparso


"Aldo Leo, un maestro di calcio e di vita": il ricordo dell'avvocato Paolo Turiano

di Redazione | 28/09/2025 | ATTUALITÀ

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L'Olympia negli anni '60: al centro, in piedi, Turiano

Riaffiorano ricordi e aneddoti tra coloro che hanno conosciuto e apprezzato la figura di Aldo Leo, l’ultimo mastro di calcio scomparso a Santa Teresa di Riva. Ospitiamo il ricordo dell’avvocato Paolo Turiano, che fu suo allievo nelle formazioni giovanili dell’Olympia.

«Ho appreso con grande commozione la scomparsa del carissimo Aldo Leo che mi ha riportato molto indietro negli anni quando anch’io, insieme a tanti amici di Santa Teresa di Riva, avemmo l’onore di indossare la maglietta della gloriosa “Olympia”, squadra di calcio che partecipava, con grande successo, ai campionati giovanili organizzati dalla Lega Calcio regionale. Mi ha colpito, per la sua profonda verità, la frase che ho letto sul necrologio e cioè che Aldo Leo viene definito “Maestro di Calcio”. È vero, il caro Aldo, pur non essendo mai stato egli stesso calciatore, può senz’altro essere definito “Maestro di Calcio”. Del calcio, infatti, conosceva tutti i segreti e, con grande impegno e determinazione, li trasmetteva a noi che eravamo i suoi “ragazzi” (parlo ovviamente di quelli della mia generazione – Anni ’60). Era, quello di allora, un calcio completamente diverso da quello di oggi, fatto di sacrifici e di passione, di gioie e di dolori, un calcio che si praticava non su affascinanti superfici verdi (l’erbetta sintetica non esisteva) e che, molto spesso, ci costringeva, prima delle partite o degli allenamenti, a liberare la superficie di gioco dalle pietre di cui era cosparsa. Nessuno di noi, tuttavia, si lamentava di questo ed eravamo felici di poter fare parte di una squadra che, sotto la guida di un impareggiabile “Maestro” (che già allora chiamavamo rispettosamente “mister”), portava alto in tutta la Sicilia il nome di Santa Teresa. Ricordo, ancora con vivo disappunto, una finale regionale persa contro una squadra di Siracusa per una mano galeotta che deviò sulla linea di porta un mio colpo di testa che l’arbitro non vide…»

«Aldo era inflessibile (prima che con gli altri con sé stesso) ma, in realtà, infinitamente buono e mai alcuno di noi lo sentì inveire nei nostri confronti ma solo dare, con fermezza e decisione, suggerimenti e indicazioni. Ci insegnò, e non è una frase fatta ma la verità, ad essere prima di tutto educati in campo e fuori e a rispettare l’avversario senza irriderlo anche quando si capiva, ed accadeva spesso, che era inferiore a noi. Dal lavoro di Aldo vennero fuori tanti giovani calciatori che, mi sia consentito, potrebbero tranquillamente ben figurare, oggi, in squadre di categorie professionistiche. Come si può non ricordare i lanci e la visione di gioco di Piero Vernuccio, il sinistro che sfondava le reti di Cosimo Rigano, l’eleganza del libero ante litteram Melo Ricciardi e le qualità di quei tanti altri che indossarono quella maglia e che erano, come lo ero anch’io, felici di poter partecipare a quella meravigliosa esperienza di vita che è il gioco del calcio. Mi piace pensare che dov’è adesso Aldo abbia già preso posto su quella panchina, con accanto l’indimenticabile Nasser con il suo secchio regolarmente pieno di acqua mai pulita, dove era atteso per tornare ad allenare quelli di noi che, purtroppo, lo hanno preceduto. Ciao Mister, ti vogliamo bene».

Paolo Turiano


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