A S. Teresa la storia del "giudice solo" Scopelliti, raccontata dalla figlia
10/04/2018 | ATTUALITÀ
10/04/2018 | ATTUALITÀ
2238 Lettori unici
Rosanna Scopelliti
Una nuova storia che riporta indietro la memoria ai primi Anni ’90. Il secondo incontro del 2018 promosso dall’associazione “Amici di Onofrio Zappalà”, dpo quello con Manlio Milani, sarà con Rosanna Scopelliti, figlia di Antonino Scopelliti, il “giudice solo” ucciso il 9 agosto 1991 in un agguato a Campo Calabro, in provincia di Reggio Calabria. La figlia del magistrato incontrerà studenti e società civile e racconterà la storia del padre, con particolare tenerezza ma con tanta fermezza e determinazione, in un doppio appuntamento a S. Teresa di Riva: mercoledì 11 aprile, alle ore 18, al Palazzo della Cultura-Villa Crisafulli Ragno, e giovedì 12 all’Istituto superiore “Caminiti-Trimarchi” (aula 3D-secondo piano), nell’ambito delle attività di educazione alla legalità. Scopelliti venne assassinato mentre in quei giorni era impegnato in Cassazione per il maxiprocesso di Palermo: la sua morte aprì la stagione stragista che avrebbe portato, poco tempo dopo, alle bombe di Capaci e via d’Amelio in cui furono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per la sua uccisione furono istruiti e celebrati ben due processi, (uno contro Salvatore Riina e sette boss della “Commissione” di Cosa Nostra ed un secondo procedimento contro Bernardo Provenzano ed altri sei boss, tra i quali Filippo Graviano e Nitto Santapaola): furono tutti condannati in primo grado nel 1996 e nel 1998 e successivamente assolti in Corte d'Appello nel 1998 e nel 2000 perché le accuse dei diciassette collaboratori di giustizia (cui si aggiunsero in un secondo momento quelle del boss Giovanni brusca) vennero giudicate discordanti. A 26 anni dalla morte di Scopelliti un nuovo impulso nella scoperta della verità sui motivi che portarono al suo assassinio è arrivato dalla Procura di Reggio Calabria, che sta cercando di ricostruire quanto avvenuto nei primi anni Novanta quando, tra il 1991 ed il 1994, Cosa nostra e ‘Ndrangheta hanno avviato una collaborazione con l’obiettivo di attuare un piano di destabilizzazione del Paese anche con modalità terroristiche.