Sabato 20 Aprile 2024
Presentate le prime indicazioni dell'ateneo di Reggio Calabria per 18 comuni


Ultimo treno per lo sviluppo della zona jonica: ecco l'opportunità offerta dall'Università

di Andrea Rifatto | 12/09/2021 | ATTUALITÀ

2018 Lettori unici

Il rettore Zimbone e i sindaci Miliadò e Paratore

Nessuna realtà può decollare da sola o rappresentare un attrattore, ma solo se messa in rete attuando politiche condivise può crescere e svilupparsi migliorando le condizioni di chi la vive e offrendo di più a chi la vorrà visitare. È l’assioma di partenza che ha portato nei mesi scorsi diciotto comuni del comprensorio jonico messinese, tra Sant’Alessio Siculo e Scaletta Zanclea, undici dei quali appartenenti all’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani, a siglare una convenzione e un protocollo d’intesa con l’Università degli studi “Mediterranea” di Reggio Calabria per definire le linee guida per la pianificazione strategica di sistema per lo sviluppo del territorio, dai centri costieri ai borghi collinari. L’Ateneo guidato dal rettore Santo Marcello Zimbone si è dunque messo al lavoro e ha prodotto le prime indicazioni di massima, presentate nel Convento Agostiniano di Forza d’Agrò dove la delegazione della “Mediterranea” è stata accolta dal sindaco del borgo Bruno Miliadò e dal presidente dell’Unione dei Comuni Davide Paratore. “Questo è solo un primo passo e stiamo lavorando per individuare una chiave distintiva che identifichi l’area - ha esordito Zimbone - che ha una grande vocazione turistica e un ricco patrimonio storico, culturale, archeologico e paesaggistico non sfruttato a pieno. Bisogna viaggiare in un’ottica di sistema e mettere insieme elementi che sono dispersi, solo così si può fare il salto di qualità e l’Università può dare l’indirizzo e favorire l’azione di coordinamento per sviluppare progettualità”. 

A seguire le relazioni affidate ai docenti Tommaso Manfredi, Giovanni Enrico Agosteo, Alberto De Capua, Giuseppe Araniti, Carmelina Bevilacqua e Francesco Calabro, che hanno evidenziato come l’intera area, grazie al suo consistente e diffuso patrimonio materiale e immateriale, possa creare un‘offerta turistica locale integrata e di sistema, in grado di coniugare ambiente, cultura, agricoltura, natura e innovazione tecnologica, quali componenti della filiera di un territorio, quale è quello delle Valli, estremamente ricco di risorse, ma non compiutamente valorizzato. Nel corso degli interventi, inoltre, sono stati illustrati i diversi strumenti finanziari comunitari e nazionali, tra cui il Pnrr e il Piano Nazionale “Borghi”, e come questi possano essere orientati allo sviluppo dell’insieme dei Borghi, anche nell’ottica del sostegno all’occupazione giovanile, nella prospettiva di uno sviluppo socio-economico e culturale che valorizzi l’alto potenziale turistico delle vallate d’Agrò, del Dinarini e del Nisi. I molteplici spunti emersi durante i lavori hanno animato il dibattito, coordinato dal rettore dell’Università Mediterranea, a cui hanno partecipato i sindaci Giovanni Foti (Sant'Alessio), Sebastiano Gugliotta (Pagliara), Concetto Orlando (Roccafiorita), Massimo Stracuzzi (Savoca) e i direttori dei Dipartimenti dell’Università Giovanni Enrico Agosteo (Agraria), Tommaso Isernia (Ingegneria dell’informazione, delle infrastrutture e dell’energia sostenibile), Giovanni Leonardi (Ingegneria Civile, Energia, Ambiente e Materiali), Tommaso Manfredi (Patrimonio, Architettura e Urbanistica) e Adolfo Santini (Architettura e Territorio). Gli interventi hanno evidenziato come sia importante conferire una chiave identitaria all’intera Area in cui ricadono le Valli Joniche dei Peloritani, che sintetizzi i valori del territorio da trasmettere e comunicare opportunamente attraverso i sempre più attuali canali web, anche nella prospettiva di individuare una denominazione che la renda univocamente riconoscibile.

Dal recupero del patrimonio edilizio alla mobilità, dall’energia e sostenibilità ambientale all’istruzione e alla ricerca, sono tanti gli assi prioritari individuati dall’Università reggina per proporre una serie di possibili iniziative strategiche da intraprendere e tocca adesso al territorio non farsi sfuggire questa occasione, guardando anche al Pnrr: “Per noi è una scommessa di crescita e abbiamo il dovere di programmare il nostro futuro e di chi verrà dopo - ha detto Paratore - abbiamo coinvolto l’Università ed è stato svolto un lavoro importante che costituisce il primo tassello. Dobbiamo pensare in grande e sono certo che si raccoglieranno da qui a breve i primi frutti, tocca a noi concretizzare e non fermarci qui”. Il rettore dell’Ateneo ha rimarcato i benefici che l’intera area può conseguire attraverso un’azione di sistema da attuare, soprattutto sui temi della transizione ecologica e digitale, intorno a cui sono state già definite le linee di una prospettiva di medio-lungo periodo per correggere lo svantaggio socioeconomico e, al contempo, sorreggere le prospettive di sviluppo e di crescita, anche occupazionale, del Mezzogiorno d’Italia: “Serve un’attività di progettazione congiunta, un luogo fisico in cui far convergere le idee per sviluppare le progettualità - ha ribadito - nell’arco di 12-15 mesi è possibile avere un parco progetti e creare subito le condizioni per pianificazione, programmazione e progettazione, anche creando un tavolo tecnico, ma servono tempi certi e anche il coinvolgimento delle scuole”.


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