Giovedì 25 Aprile 2024
Terzo tentativo per evitare di perdere parte dei fondi: affidato nuovo incarico legale


Savoca, finanziamento revocato a San Nicolò: il Comune sbaglia tribunale e riparte da zero

di Andrea Rifatto | 28/05/2021 | ATTUALITÀ

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La chiesa di San Nicolò e il costone sottostante

Si riparte da zero a Savoca per tentare di salvare il finanziamento per i lavori di consolidamento della chiesa di San Nicolò e del costone che si affaccia sulla Sp 19, parzialmente revocato dalla Regione nel dicembre 2018. Dopo che nell’agosto 2019 il Tar di Catania si era dichiarato non competente in materia, l’Amministrazione comunale allora guidata dal sindaco Nino Bartolotta nel febbraio 2020 si era rivolta al Tribunale civile di Palermo per impugnare il decreto di revoca delle somme, affidando l’incarico legale all’avvocato Giovanni Monforte di Messina per una spesa di 5mila euro. Il 22 marzo scorso, però, è arrivata un’altra doccia fredda, perchè il Tribunale palermitano ha dichiarato il proprio difetto di competenza territoriale, fissando il termine per la riassunzione del giudizio davanti al Tribunale di Messina. La Giunta, retta adesso dal sindaco Massimo Stracuzzi, si è quindi vista costretta a stanziare altri 3mila 750 euro per affidare un nuovo incarico all’avv. Monforte, con la speranza di riuscire ad evitare il taglio del contributo regionale. Il finanziamento ammontava complessivamente a 873mila 091 a valere sui fondi europei Po Fesr 2007-2013 ma è stata ritenuta ammissibile solo la spesa di 753mila 528 euro ed è stata chiesta la restituzione di 119mila 563 euro relativi alle spese tecniche, in quanto non riconosciute, ossia 14mila 309 euro per il piano di sicurezza redatto dall’ingegnere Giuseppe Barbieri, 57mila 654 per la progettazione esecutiva svolta dall’ingegnere Claudio Faranna, 42mila 288 per indagini e studio geologico del geologo Fabio Ucchino e 5mila 309 per la direzione lavori affidata all’ingegnere Giuseppe Giannetto. Il Comune di Savoca, a gennaio 2018, aveva manifestato la volontà di restituire solo 2mila 500 per la direzione lavori, ritenendo illegittime le criticità sollevate, ma non ha fornito motivazioni accettabili per superare le altre contestazioni e quindi si è arrivati al decreto di revoca parziale. I lavori sono stati affidati nel 2012 a una ditta di Perarolo di Cadore (Belluno) per l’importo di 549mila 537 euro, oltre a 419mila 110 per somme a disposizione: nel 2017 la Giunta ha approvato la relazione conclusiva e il quadro economico finale, per un importo di 949mila 792 euro distinti in 873mila 091 sul Po-Fesr e 76mila 701 a completamento da ricevere dalla Regione.


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