Venerdì 19 Aprile 2024
Negata l'autorizzazione a proseguire le attività. Fissato un incontro in municipio


Savoca, Comune e Città metropolitana bloccano la Sicobit: 26 addetti pronti alla protesta

di Andrea Rifatto | 20/06/2021 | ATTUALITÀ

3188 Lettori unici

Lo stabilimento Sicobit di Savoca

Quasi 30 posti di lavoro a rischio da un giorno all’altro, perchè secondo le norme urbanistiche quello stabilimento lì non può starci. È quanto sta accadendo a Savoca, dove la Città metropolitana ha bloccato le attività della Sicobit, società del gruppo Musumeci presente sul mercato da decine di anni nel campo delle lavorazioni edili, dal calcestruzzo al bitume, così come nella realizzazione di opere infrastrutturali, che all’interno dello stabilimento che sorge dal 1997 in contrada Fontanelle lavora materiali conglomerati bituminosi. La Direzione Ambiente e Pianificazione-Servizio Tutela Aria e Acque ha infatti esitato negativamente la pratica finalizzata ad ottenere l’Autorizzazione unica ambientale, archiviando il procedimento con un documento a firma della responsabile del Servizio Concetta Cappello, dopo che l’Ufficio tecnico del Comune di Savoca, con un documento siglato dal responsabile del settore Urbanistica Vincenzo Pasquale, ha messo nero su bianco che le aree interessate, ossia le 10 particelle catastali su cui si trova l’insediamento, ricadono in zona agricola (E) del Programma di fabbricazione e del Piano regolatore generale adottato a fine 2019 (in fase di approvazione) e dunque non possono essere destinate ad altri fini che non siano quelli prettamente agricoli con tutte le attività connesse. L’ex Provincia ha obbligato la Sicobit a non svolgere alcuna attività lavorativa nel sito in cui ricade lo stabilimento e ha invitato il Comune a vigilare in tal senso. Sia la società che i 26 lavoratori sono rimasti spiazzati e il sindacato Fillea-Cgil di Messina ha convocato un’assemblea con operai e tecnici, che hanno evidenziato la loro forte preoccupazione per le proprie prospettive occupazionali: “Vi è la necessità di aprire immediatamente una fase di confronto con il Comune per trovare una soluzione all’interno di un territorio che non può permettersi nemmeno la perdita di un solo posto di lavoro - dice il segretario provinciale Mario Mancini - in questo senso i lavoratori hanno ribadito la volontà, in assenza della ripresa dell'attività, di avviare una fase di mobilitazione e di mettere in atto tutte le iniziative necessarie alla tutela del diritto al lavoro. Al momento la Sicobit li ha collocati altrove - aggiunge - ma rischiano presto di finire in cassa integrazione e vogliamo evitare tutto ciò”. Il sindaco di Savoca, Massimo Stracuzzi, ha risposto ieri alla Fillea convocando un incontro in municipio per martedì pomeriggio: “Siamo disponibili al confronto - ci ha detto il primo cittadino - ma le norme urbanistiche sono chiare, quell’area ha destinazione agricola da molti anni e la ditta non ha presentato osservazioni e/o opposizioni al Prg”. 

Solidarietà alla Sicobit è arrivata da Ance Messina, l’associazione dei costruttori edili a cui l’impresa è associata. “Quando ho letto la notizia del blocco delle attività della Sicobit non credevo potesse essere possibile - esordisce il presidente Giuseppe Ricciardello - conosco la famiglia Musumeci da tantissimo tempo e, tra l’altro, lo stabilimento di produzione del conglomerato bituminoso di Savoca esiste da quasi 25 anni, ha decine di dipendenti in una realtà territoriale piccola, per la quale rappresenta tantissimo nella vita di tante famiglie. Ho subito preso contatto con il collega per ascoltare il suo punto di vista, sicuramente la Sicobit sarà in grado di difendersi, ma è importante sottolineare come una procedura per il rinnovo di una Autorizzazione unica ambientale possa nascondere l’insidia in uno dei tantissimi passaggi burocratici e diventare un’arma letale per qualunque realtà aziendale, anche radicata e affidabile. Una conferenza di servizi che si inceppa proprio sul parere da parte dell’Ufficio tecnico del Comune, inducendo la Città metropolitana a chiedere la chiusura immediata dell’attività con motivazioni riguardanti, addirittura, la destinazione agricola di una area nella quale insistono diversi insediamenti artigianali ed industriali e per uno stabilimento che si trova lì dal 1997. Ho appreso dell’iniziativa da parte dei rappresentanti sindacali per trovare immediatamente una soluzione ed evitare la perdita del lavoro per decine di operai e tecnici. In questo caso – conclude Ricciardello - cercheremo di offrire anche noi sostegno all’impresa perché si tratta di un provvedimento che dovrà essere profondamente rivisto”.

Più informazioni: sicobit  


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.