Mercoledì 24 Aprile 2024
L'ex scuola di Fautarì doveva essere uno degli attrattori del progetto ma è inutilizzata


S. Teresa, fondi per il turismo rurale buttati al vento: l'idea del 2011 resta sulla carta

di Andrea Rifatto | 08/12/2020 | ATTUALITÀ

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L'ex scuola di Fautarì

Doveva essere uno degli attrattori da recuperare e valorizzare, insieme al lavatoio Acqua Mantarro e al sentiero pedonale San Vito-Cesare Battisti, allo scopo di migliorare la vivibilità e da utilizzare per il rilancio economico e culturale del borgo. Invece a sette anni di distanza l’edificio rimane chiuso e inutilizzato per gli scopi previsti, aperto solo in occasione di incontri e brindisi tra l’Amministrazione comunale e i cittadini o come una sorta di centro sociale per gli anziani della frazione, intrattenuti dai volontari del Servizio civile. È quanto avviene ormai da qualche anno a Santa Teresa di Riva con l’ex scuola elementare della frazione Fautarì, inserita nel 2011 nel progetto di “Valorizzazione del borgo rurale Misserio-Fautarì”, finanziato nel novembre dello stesso anno per l’importo di 580mila euro grazie alle risorse del Psr Sicilia-misura 322 “Sviluppo e rinnovamento dei villaggi”. L’ex plesso scolastico è stato identificato come uno degli attrattori da recuperare e valorizzare, insieme al lavatoio Acqua Mantarro e al sentiero pedonale San Vito-Cesare Battisti, allo scopo di migliorare la vivibilità e da utilizzare per il rilancio economico e culturale del borgo. I lavori, avviati a maggio e conclusi a novembre del 2013, hanno permesso di ristrutturare l’edificio, situato a piano terra su una superficie di 400 metri quadrati, con una spesa di 170mila euro. Conclusi gli interventi, nella vecchia scuola elementare era previsto l’allestimento di quattro ambienti destinati a presentazione del territorio e delle sue risorse, punto per la degustazione dei prodotti tipici locali, luogo per effettuare procedimenti tradizionali di lavorazioni di prodotti agricoli locali (essiccazione fichi e pomodori, conserve, prodotti sott’olio, ecc.) e procedimenti tradizionali di lavorazione dei prodotti artigianali (bachicoltura, intreccio canna e vimini, arte del ricamo, lavorazioni ad uncinetto, chiacchierino, tombolo, maglia). Nulla di tutto ciò è stato fatto. Il 18 febbraio del 2014 la Giunta comunale guidata dal sindaco Cateno De Luca ha approvato lo stato finale e il certificato di regolare esecuzione dei lavori, chiudendo la pratica per ottenere il saldo del finanziamento. Tra gli obblighi previsti vi era quello di garantire la pubblica fruizione delle strutture e degli edifici recuperati e la Commissione europea, in fase di controllo, potrebbe rilevare il mancato rispetto degli impegni sottoscritti per ottenere il finanziamento, che potrebbe quindi essere ridotto per il mancato raggiungimento di tutti gli obiettivi. Scopo del progetto non era infatti la sola ristrutturazione dell’ex scuola di Fautarì, ma il recupero dell’immobile per finalità collettive e turistico-culturali, in un’ottica di sviluppo del borgo. Recupero dei borghi e riscoperta delle antiche tradizioni sono temi quotidianamente al centro del dibattito politico, soprattutto in occasione di discussioni sul rilancio del settore turistico. Ma capita che quando si ha l’opportunità concreta di avviare iniziative in tal senso, si lasciano andare in malora anche progetti approvati e finanziati. Un’altra occasione mancata, dunque, per rilanciare quel turismo rurale di cui tanto si parla.


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