Lunedì 13 Maggio 2024
Incontro-dibattito promosso dal Circolo riviera jonica "Menapace" con vari interventi


"Ponte sullo Stretto: le ragioni del No": Rifondazione Comunista le illustra a Letojanni

di Redazione | 07/03/2024 | ATTUALITÀ

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Domenica 10 marzo, alle ore 16:30, l’aula consiliare di Letojanni ospiterà l’incontro-dibattito “Il Ponte sullo Stretto: le ragioni del No”, organizzato dal Circolo di Rifondazione comunista della riviera jonica messinese “Lidia Menapace”. Introdurrà e coordinerà l’incontro la segretaria del circolo Prc Stefania De Marco e interverranno Antonio Mazzeo, peace-researcher e giornalista impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell’ambiente, dei diritti umani, della lotta alle criminalità mafiose; Luigi Sturniolo che da oltre 20 è uno dei più conosciuti attivisti del Movimento No Ponte; Domiziana Giorgianni, interna da tanti anni nelle lotte in difesa dei territori in Sicilia e fuori dalla Sicilia e dal 2018 è tra le più impegnate attiviste del Movimento contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. “Come Rifondazione Comunista siamo da sempre contrari a quest'opera inutile e dannosa per il territorio e che non risponde a un reale bisogno della popolazione ma solo a logiche di potere e di profitto - spiega Stefania De Marco e Nicola Candido (segretario regionale Prc) - le ragioni del no sono molteplici: ambientali, paesaggistiche, economiche oltre al rischio concreto di ingerenze mafiose. Soprattutto a dire No sono i cittadini che più volte hanno espresso il loro dissenso con partecipate e trasversali manifestazioni di piazza. Le necessità reali del territorio sono ben altre: il dissesto idrogeologico, un adeguamento generalizzato degli edifici all’elevato rischio sismico dello Stretto, infrastrutture viarie e ferroviarie degne di questo nome, una rete capillare dei trasporti pubblici urbani ed extraurbani. Insomma, il ponte potrebbe diventare l’ennesima cattedrale nel deserto, e non solo in senso metaforico visto che siamo in emergenza siccità”.

Secondo Rifondazione comunista il ponte rappresenta “un'idea di sviluppo calata dall'alto che rischia di portare solo distruzione a luoghi meravigliosi dal punto di vista paesaggistico e dall'equilibrio naturale delicatissimo. Un’opera che non gioverà, né nell'immediato, né nel lungo periodo, all’economia della zona: basti pensare all’impatto sul turismo che avranno i decennali e invasivi cantieri. Invece, la propaganda sulla realizzazione del Ponte è usata dal governo per la sua campagna elettorale permanente, per distrarre l’opinione pubblica da temi ben più rilevanti per il paese e per alimentare le fameliche clientele economiche locali e nazionali. Da sempre i siciliani e i calabresi sono scettici sul ponte, sanno che non si realizzerà mai, nonostante le diverse inaugurazioni dei lavori. Ma anche fra gli esperti del settore rimane il dubbio sulla sua fattibilità tecnica. Tuttavia, proprio per queste ragioni - concludono De Marco e Candido - la nostra attenzione deve rimanere alta perché c’è il fondato rischio che il ponte si cominci a costruire, si devasti irreversibilmente il territorio e che poi diventi l’ennesima opera incompiuta”.


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