Sabato 20 Aprile 2024
Finanziato dalla Regione tramite l'Unione, non è mai stato realizzato dal Comune


Mercato del contadino a S. Teresa, da 10 anni è un'incompiuta: occasione persa per sempre?

di Andrea Rifatto | 28/12/2020 | ATTUALITÀ

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Piazza Garibaldi, sede prescelta per il mercato

L’ennesima occasione mancata e forse persa per sempre, con in mezzo l’ennesima battaglia tra istituzioni locali per la difesa del proprio orticello ma questa volta, è proprio il caso di dirlo, a rimetterci sono stati gli orti di tutti. Sono passati ormai quasi dieci anni da quando è stato deciso di realizzare a Santa Teresa di Riva il mercato degli agricoltori, un luogo per consentire ai produttori di mettere in vendita i loro beni della terra a km zero sfruttando i benefici della filiera corta e favorire la vendita diretta dal produttore al consumatore. Un progetto, finanziato dalla Regione con 30mila euro tramite l’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani, rimasto solo sulla carta, perchè il mercato, previsto in piazza Garibaldi nel quartiere Torrevarata, non ha mai visto la luce. Una storia travagliata che nasce nel 2008, quando l’Unione decide di istituire il mercato a Nizza di Sicilia e approva un progetto da 60mila euro (cofinanziandolo per il 5%), partecipando ad un bando dell’Assessorato regionale per l’Agricoltura volto a favorire la conoscenza delle produzioni locali di qualità, creare opportunità per le piccole produzioni e rilanciare il made in Sicily agroalimentare. A dicembre dello stesso anno la Regione ammette l’istanza e assegna un contributo di 30mila euro, ma appena un mese dopo (gennaio 2009) Nizza esce dall’Unione dei Comuni e dunque il Consiglio dell’Ente sovracomunale approva una mozione urgente per realizzare il progetto in un altro paese e non perdere così il finanziamento. La scelta ricade su Santa Teresa, ma il Comune di Nizza non ci sta e presenta ricorso al Tar e poi al Cga contro l’Unione Valli Joniche per vedersi riconoscere il mercato degli agricoltori nel proprio territorio: i giudici, però, non accolgono le richieste e stabiliscono in sostanza che l’Unione può realizzare il progetto in uno qualsiasi dei suoi comuni. La Giunta, allora presieduta dal sindaco di Roccalumera Gianni Miasi, a luglio del 2011 approva quindi il progetto per l’istituzione del mercato degli agricoltori in piazza Garibaldi a Santa Teresa per una spesa totale di 31mila 500 euro, di cui 30mila della Regione e 1.500 dell’Unione.  A Nizza il mercato degli agricoltori è stato poi aperto nel maggio 2017 grazie ad un finanziamento da 60mila euro che il Comune ha ottenuto dalla Regione, ma attualmente è sospeso e dovrebbe riaprire nel 2021. A Santa Teresa, invece, un nulla di fatto.

 

La convenzione stabilisce che la titolarità del mercato resta dell’Unione dei Comuni, che assegna al Comune santateresino il finanziamento per l’acquisto di 20 gazebo in legno da 3x3 metri (15 a disposizione dei produttori, 2 per i servizi igienici e 3 a disposizione dell’Unione e altri partner per attività di amministrazione e informazione) e la successiva rendicontazione, mentre l’Unione avrebbe dovuto emanare un bando aperto agli agricoltori interessati al mercato del contadino, previsto con cadenza almeno settimanale. Ma non se n’è saputo più nulla e non si sa che fine abbia fatto il finanziamento, se sia ancora nelle casse del Comune o nel frattempo sia stato revocato dalla Regione. “Ho un’altra idea in mente, tra un mesetto la attuiamo” - disse nel febbraio 2014 l’ex sindaco Cateno De Luca manifestando perplessità sulla localizzazione in piazza Garibaldi. Idee rimaste nei suoi cassetti. Negli anni successivi è stata ipotizzata la collocazione del mercato in un’altra area di Torrevarata, a fianco della via Sciascia dove attualmente esiste la pista di pattinaggio; ma oggi è prevista in quel sito la costruzione di un campo da calcetto e di un parco giochi inclusivo e dunque non può esserci spazio per il mercato. La realizzazione del mercato del contadino è stata inserita anche nel programma elettorale dell’attuale Amministrazione comunale: mancano 20 mesi al termine della legislatura, chissà se basteranno per raggiungere l’obiettivo.


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