Sabato 20 Aprile 2024
Il sindaco spiega la vicenda in Consiglio. L'associazione cerca sede in altri paesi


Letojanni, sfratto Misericordia: "Governatore in malafede, la revoca unica soluzione"

di Andrea Rifatto | 21/02/2021 | ATTUALITÀ

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L'intervento del sindaco in Consiglio comunale

"Tutto questo non doveva succedere, siamo disponibili a trovare una soluzione ma c’è stata malafede da parte del governatore, che non ha avuto rispetto per il Comune, al contrario di quello dimostrato sempre da noi. In ogni caso l’associazione appartiene a Letojanni e ai letojannesi e non deve andare via”. È in sintesi la versione dell’Amministrazione comunale sul caso della Fraternita di Misericordia “San Giuseppe”, “sfrattata” dall’ex Centro diurno dopo aver trascinato l’Ente in tribunale con una denuncia di danno temuto per la caduta di pezzi di intonaco dal muro di contenimento esterno alla struttura. Se n’è discusso in Consiglio comunale, dove il sindaco Alessandro Costa ha risposto all’interrogazione del gruppo di maggioranza ricostruendo la vicenda sin dal 2013, quando l’immobile è stato concesso in comodato gratuito al sodalizio governato da Alessandro D’Angelo. “La citazione in giudizio è stata per me un fulmine a ciel sereno - ha esordito il primo cittadino - perchè la vicenda del muro è stata esposta in due sole lettere, non di più come sostiene la Misericordia, inviate nel 2016 e nel 2019, e proprio per questo a mio avviso c’è stata malafede, perchè se fosse stato un problema così grave sarebbe stato segnalato continuamente nel corso degli anni e se ci fosse stato un pericolo avrebbero dovuto togliere mezzi e attrezzature che invece hanno continuano a tenere sotto il muro. Noi, nel frattempo, abbiamo transennato l’area e stavamo valutando come intervenire per sistemare almeno metà della struttura con circa 30mila euro, ma loro hanno rimosso le delimitazioni continuando ad occupare la zona che ritenevano a rischio, come abbiamo constatato anche durante l’ultimo sopralluogo nelle scorse settimane. In ogni caso il muro non compromette le funzionalità delle attività dell’associazione - ha evidenziato il sindaco - altrimenti se la struttura non fosse stata idonea sarebbero dovuti andare via, nessun altro sodalizio ospitato in quei locali si è lamentato, lo spazio esterno è molto ampio e creare un contenzioso è stato un azzardo, forse ci sono motivi personali? Non si arriva a questo, bastava parlarne e sarei stato disponibile, invece abbiamo ricevuto lettere provocatorie e alle provocazioni non rispondiamo”. La revoca della concessione, come spiegato anche dalla segretaria comunale Chiara Morelli, è stata decisa dalla Giunta in quanto era l’unica soluzione per far cessare la materia del contendere, altrimenti il Comune avrebbe dovuto sostenere anche spese legali per affrontare il giudizio. E tra gli amministratori è serpeggiato anche il sospetto che la lite sia stata creata per trovare un pretesto per andare via. 

“La cosa più brutta che ho scoperto in questi giorni, grazie ai rapporti che ho con tantissimi miei colleghi e amici - ha proseguito il sindaco - è che l’associazione cerca adesso una sede fuori paese (a Santa Teresa di Riva e Furci Siculo, ndc) e non mi risulta che abbia cercato una sede a Letojanni, la Misericordia non è né mia né di D’Angelo ma della comunità, perchè devono andare via?”. Costa ha poi aggiunto come il vicesindaco Antonio Riccobene, governatore della Misericordia dal 1991 al 2012, abbia sempre approvato gli atti che riguardano la Misericordia, a partire dalla delibera del 2013 con cui sono stati concessi i locali, sottolineando che “dopo essere stato democraticamente cacciato non ha mai fatto ostruzionismo verso l’associazione, che non è stata presente durante le alluvioni del 2015 e del 2016 e nel pieno dell’emergenza pandemica si è defilata sostenendo di non poter mettere a rischio la salute dei propri volontari, in ogni caso per quel poco che hanno fatto sono stati ringraziati e i servizi svolti sono stati sempre pagati”. La minoranza si è detta d’accordo con la linea seguita dall’Amministrazione ma ha contestato l’assenza di risposte più puntuali alle note del sodalizio. “È impensabile che si faccia un’azione legale ma anche che non si risponda - ha detto il capogruppo Marilena Bucceri - se si può si cerchi un punto di incontro, chiediamo che l’associazione resti a Letojanni al di là di chi sia oggi il governatore”. Riccobene, tirato in ballo da D’Angelo nelle sue missive, si è detto rammaricato per l’avvio di un’azione legale: “Visto che fanno sempre riferimento a me nelle lettere, non potevano chiamarmi per discuterne? Me ne sono uscito perchè sono stato pugnalato alle spalle, ma la Misericordia è tatuata nel mio cuore e adesso pretendo le scuse”. Il vicesindaco ha inoltre biasimato il comportamento del governatore, che ha inviato la richiesta di contributo per una nuova ambulanza direttamente alla sede centrale della Fondazione Germano Chincherini senza prendere contatti con lui che ne è il referente in Sicilia:  “La Fondazione ha mandato a me le carte e io ho esaminato la pratica e sono stati concessi 35mila euro - ha aggiunto - io non sono contro la Misericordia ma certe cose deve meritarle non deve comportarsi così e deve avere rispetto dell’Amministrazione”.

Alla discussione in aula ha preso parte anche il consigliere di maggioranza Emanuele Savoca: “Sia io che il vicesindaco siamo stati chiamati in causa anche come ex volontari - ha detto - noi abbiamo lasciato qualcosa all’associazione senza prendere nulla ma di certo bisogna fare un elogio a Riccobene, che ha subito un torto pesante che non meritava e fa male sentire certe cose sul suo conto. Qualcuno, dopo aver fatto un autogol, adesso di scaricare le colpe sul vicesindaco come se avesse voluto togliersi un sassolino dalla scarpa, ma si devono assumere le responsabilità di ciò che dicono, il vicesindaco e tutti gli amministratori sono stati sempre disponibili e nessuno è contro l’associazione, ma devono fare un passo indietro, le porte del sindaco sono sempre aperte e solo questo governatore non riesce a trovarlo, forse è lui che non vuole parlare con il sindaco. Si trovi la migliore soluzione per la comunità e l’associazione e per il bene di tutti, aspettiamo dalla Fraternita una richiesta di composizione bonaria”. Per il capogruppo di maggioranza Cateno Ruggeri “è stato vergognoso portarci in tribunale, non hanno avuto il coraggio di confrontarsi, il loro atteggiamento è stato pretestuoso e strumentale e ciò che è stato fatto da questo governatore non ha nulla a che vedere con lo spirito della Misericordia, che è nata e resterà a Letojanni. Siamo aperti comunque al confronto” mentre il presidente del Consiglio Salvatore Curcuruto ha evidenziato come durante un sopralluogo a cui ha partecipato da parte del governatore del sodalizio non sia stato fatto alcun discorso di mediazione ma solo critiche contro l’Amministrazione e l'Ufficio tecnico: "Questo vuol dire che è in malafede". L’ultimo contatto tra Misericordia “San Giuseppe” e Comune è una lettera inviata l’11 febbraio dal legale dell’associazione, con la quale si comunica che la Fraternita lascerà la sede e che “la brevità dei termini concessi pone non indifferenti difficoltà nella ricerca dei nuovi locali, con il rischio di dover interrompere per un periodo di tempo indeterminato il servizio offerto alla cittadinanza”, con l’auspicio che “la diversità di vedute condotta sinora da entrambe le parti possa trovare una conclusione con il rilascio dei locali e la rinuncia al giudizio”. Sul web è stata intanto lanciata una petizione “No allo sfratto della Misericordia”, che ha raccolto finora 160 firme.

Più informazioni: sfratto misericordia  


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