Venerdì 19 Aprile 2024
Minidiscariche e degrado lungo il percorso. E la brutta sorpresa all'arrivo


La strada della vergogna: turisti all'abbazia tra rifiuti e porte chiuse - FOTO

di Andrea Rifatto | 08/09/2019 | ATTUALITÀ

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Cumuli di immondizia sulla strada e l'abbazia chiusa

Non bastava l’assenza di una strada che rende da sempre difficile raggiungere la basilica arabo-normanna della valle d’Agrò, gioiello di storia e architettura mai valorizzato come merita. Adesso lungo il tracciato che dalla frazione Contura di di Savoca, lungo il torrente, conduce fino alla località San Pietro, in territorio di Casalvecchio, sono spuntate anche le minidiscariche, con rifiuti a fare da cornice ovunque. Uno spettacolo vergognoso, su una strada, se così può chiamarsi, dove transitano anche turisti, in particolare stranieri, desiderosi di scoprire l’abbazia e la storia che la permea, rimanendo a bocca aperta una volta arrivati in cima. Da qualche tempo, purtroppo, lo stupore inizia ben prima, perché la spazzatura disseminata tra le erbacce da barbari e incivili è ciò che balza subito all’occhio del visitatore. Ieri abbiamo contato almeno dieci punti dove sono stati abbandonati sacchetti di scarti indifferenziati, ingombranti, rifiuti speciali, rifiuti di ogni genere, tra le piante di fichi d’india e i gazebi in legno lasciati a marcire, ai margini della strada e nelle cavità del torrente. Uno scorcio tipico come sono noi siciliani siamo capaci, unendo fico d’india e spazzatura. Perché nessuno controlla, nessuno interviene, nessuno punisce?

Le asfittiche casse del Comune di Casalvecchio poco possono di fronte a decenni di incuria e menefreghismo. E dov’è l’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani, incapace da 15 anni di dare risposte al territorio? Come si può lasciare che chiunque sfidi la sorte per raggiungere basilica arabo-normanna debba assistere a questo scempio, magari scattando fotografie che poi finiranno in giro per il mondo, contribuendo ad accrescere le recensioni negative di chi ci vede solo come menefreghisti? Per chi arriva all’abbazia, però le sorprese non mancano. Ieri, ad esempio, siamo arrivati sulla spianata davanti al monumento alle 12.20, trovando il portone chiuso (e le erbacce intorno). Eppure l’orario, recuperato con difficoltà su internet, indica che dall’1 aprile al 30 settembre l’apertura dell’abbazia d’Agrò è dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Ritentiamo nel pomeriggio: alle 15.40 il portone è ancora sbarrato ma dentro c’è qualcuno: arriva un’altra persona, che chiama per nome chi c’è dentro, forse avvisando che c’è un ipotetico visitatore. Mentre stiamo già andando via sentiamo rumore di porte che si spalancano e una testa che fa capolino per vedere chi ci sia. Ma è troppo tardi, quel turista è stato perso, forse per sempre, e ha già fotografato i sacchetti di immondizia presenti proprio ai piedi della basilica, sotto un cartello turistico. Meriteremmo l’estinzione, per come trattiamo ciò che la storia ci ha consegnato.



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