Giovedì 18 Aprile 2024
Dovrà tornare in funzione il 2 gennaio. Ultimi adempimenti dell'Unione dei Comuni


Giudice di pace, corsa contro il tempo per riaprire ad Alì Terme

di Andrea Rifatto | 17/12/2016 | ATTUALITÀ

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La sede del Giudice di pace di Alì Terme

Si lavora a ritmi serrati per la riapertura dell’Ufficio del Giudice di pace ad Alì Terme. Il presidio giudiziario è stato ripristinato il 27 maggio con decreto firmato dal ministro della Giustizia in seguito alla richiesta di riapertura presentata il 30 luglio 2015 dall’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani, che ha riunito 17 comuni del comprensorio proponendo di farsi carico integralmente delle spese di funzionamento, incluso il fabbisogno del personale amministrativo, messo a disposizione dai singoli comuni. L’Ufficio, così come stabilito dal Ministero e confermato dal presidente del Tribunale di Messina, dovrà tornare in funzione il 2 gennaio 2017 e in questi giorni l’Unione dei Comuni sta effettuando gli adempimenti necessari per rendere fruibili i locali, di proprietà del Ministero della Giustizia: a una ditta di Palermo è stata affidata la fornitura e la posa in opera degli arredi per una spesa di 3mila 118 euro, mentre successivamente si procederà all’acquisto della attrezzature informatiche.

I costi per il mantenimento del presidio sono stati stimati in 55mila euro annui di cui 40mila per il personale (tre contrattisti, due di categoria C e uno di categoria B e un impiegato di ruolo cat. B) che in questi mesi ha seguito appositi corsi di formazione, 10mila per costi di gestione e 5mila per spese varie e saranno a carico dei Comuni di Antillo, Casalvecchio, Forza d’Agrò, Furci, Pagliara, Roccalumera, S. Alessio, S. Teresa, Savoca, Nizza, Fiumedinisi, Alì Terme, Scaletta e Itala, mentre Alì, Mandanici e Limina, dopo un’iniziale adesione, non hanno approvato la convenzione per la ripartizione delle spese ma usufruiranno comunque dei servizi giudiziari del presidio aliese in quanto ricadono nel territorio di competenza. Ciò comporterà un lieve aumento al rialzo dei costi fissati in partenza. Secondo lo schema redatto alla presentazione della domanda di riapertura al Ministero, infatti, ogni centro avrebbe dovuto sborsare, di base, 1.294,11 euro, oltre a 0,869 euro per abitante. In testa alla “classifica” si era piazzata S. Teresa di Riva, la cui quota totale ammontava a 9.458,36 euro l’anno, seguita da Roccalumera con 4.943,91, Nizza di Sicilia (4.477,26 euro), Furci Siculo (4.245,23 euro) e via via gli altri comuni, con importi che si aggiravano in media sui 2mila euro annui. L’arduo compito di riscuotere periodicamente le somme da tutti i 14 comuni spetterà all’Unione Valli Joniche dei Peloritani.


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