Sabato 20 Aprile 2024
Il sindaco della Lega non firma il Patto Sicurezza e non avrà i finanziamenti


Matteo snobba Matteo: Francilia rinuncia ai soldi di Salvini per le telecamere a Furci

di Andrea Rifatto | 07/12/2020 | ATTUALITÀ

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Francilia e Salvini a cena a Furci nel 2018

Sono 67 su 108 i comuni messinesi che hanno sottoscritto il Patto per la sicurezza urbana 2020 con la Prefettura di Messina, documento necessario per poter ottenere i fondi dal Ministero dell’Interno per l’installazione di impianti di videosorveglianza. Dunque quasi la metà ha rinunciato alla possibilità di ottenere le risorse stanziate del Governo a partire dal 2017. E tra questi c’è anche Furci Siculo, che ha deciso di non sottoscrivere il documento con il Governo perdendo in partenza l’occasione di accedere ai fondi. Con un particolare che però non può che balzare agli occhi: a stanziare le risorse per la realizzazione dei sistemi di videosorveglianza da parte dei Comuni, inizialmente pari a 37 milioni di euro per il triennio 2017-2019, è stato il primo Governo Conte con il Decreto Sicurezza del 20 febbraio 2017 firmato dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, leader della Lega. Il Decreto legge 113 del 2018 ha perfino previsto un incremento di 17 milioni di euro per il 2020, di 27 milioni per il 2021 e di 36 milioni per il 2022. Ma Furci, dove è sindaco il leghista Matteo Francilia, commissario provinciale e responsabile Enti locali della Lega per la Sicilia orientale, non ha aderito all’iniziativa. Il sindaco Matteo ha snobbato il suo capitano Matteo. Perchè questa mancata sottoscrizione del Patto per la sicurezza urbana? Lo ha spiegato il primo cittadino furcese in Consiglio comunale, rispondendo all’interrogazione presentata dal gruppo di minoranza: “Ci sono state problematiche nel reperire risorse umane negli uffici per la presentazione dei nuovi progetti di videosorveglianza - ha detto Francilia - comunque con i fondi per la democrazia partecipata del 2017 sono state installate diverse telecamere e ci sono anche proposte sulla pubblica illuminazione e sugli impianti di videosorveglianza presentate da privati tramite project financing”. I lavori finanziati con la democrazia partecipata si sono concretizzati con l’installazione di 14 telecamere in varie zone del centro abitato, per una spesa di poco più di 16mila euro, ma con i fondi del Viminale si sarebbe potuto sicuramente potenziare notevolmente l’impianto. “Grazie a questi occhi elettronici sono state elevate diverse multe dalla Polizia municipale per l’abbandono di rifiuti - ha aggiunto il sindaco - ma ultimamente si è riscontrato maggiore senso civico da parte dei cittadini”. Gli “occhi” di Salvini per il momento non controlleranno Furci. Il Comune, nel 2018, aveva presentato al Ministero dell’Interno un progetto definitivo da 302mila225 euro, per il quale l’Ente aveva chiesto un finanziamento di 287mila 225 euro in aggiunta a 15mila euro di fondi comunali: l’istanza si è però piazzata al 1.138esimo in graduatoria mentre i fondi sono stati erogati fondi alle prime 646 domande. La mancata sottoscrizione del Patto per la sicurezza 2020, con la successiva approvazione del progetto in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, non consente comunque di accedere alle risorse per l'installazione di sistemi di videosorveglianza come prioritario obiettivo per la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e predatoria. Furci, quindi, si accontenta per adesso delle telecamere del “suo” Matteo.


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