Martedì 23 Aprile 2024
Nessuna ditta si fa avanti per gestire il servizio, che dovrebbe partire il 2 novembre


Furci, la gara per la mensa scolastica va deserta: il Comune cerca un'altra soluzione

di Andrea Rifatto | 20/10/2022 | ATTUALITÀ

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I pasti verranno preparati nella scuola del Centro

Gara deserta. Non si è presentata nessuna ditta per partecipare alla procedura di affidamento del servizio di mensa scolastica a Furci Siculo, bandita dal Comune tramite la centrale di committenza Tirreno Ecosviluppo 2000. Alla scadenza del termine ultimo di presentazione delle offerte, quando la commissione di gara avrebbe dovuto aprire le “buste” telematiche, sul monitor non è comparsa alcuna proposta e così il presidente Antonio Alibrando e i componenti Guido Di Blasi e Maria Grosso non hanno potuto far altro che firmare il verbale di gara deserta e trasmetterlo al responsabile unico del procedimento del Comune. L’importo a base d’asta era di 47mila euro, calcolato sulla base del pasto giornaliero pari ad 4,70 euro esclusa Iva, per un numero presunto di circa 85 pasti giornalieri, da servire nelle scuole dell’infanzia Centro e Grotte e per le classi prima, terza e quarta della scuola primaria. Secondo i programmi dell’Amministrazione comunale la mensa verrà garantita dal 2 novembre al 31 maggio e adesso si dovrà cercare una soluzione alternativa. 

Probabilmente si procederà quindi con un affidamento diretto ad una ditta del settore ristorazione, per evitare un ulteriore allungamento dei tempi e per rispettare la data di partenza del servizio. La prima gara d’appalto era stata annullata in quanto il Comune aveva sbagliato i conti, stanziando un importo insufficiente, e dopo l’integrazione delle somme, per un totale di 50mila euro oltre Iva ed oneri di sicurezza, era stato pubblicato un nuovo bando per arrivare all’assegnazione con una gara aperta con il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Ma nessuna ditta si è fatta avanti, probabilmente per i costi nel frattempo aumentati a dismisura e non più sostenibili con la spesa di 4,70 euro a pasto. Così la procedura si è conclusa con un nulla di fatto. 


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