Sabato 20 Aprile 2024
Intesa per saldare il debito con le risorse anticipate dallo Stato per l'emergenza


Forza d'Agrò, bollette elettriche non pagate per due anni: il Comune raggiunge un accordo

di Andrea Rifatto | 11/08/2020 | ATTUALITÀ

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Il municipio forzese

Per due anni il Comune di Forza d’Agrò non ha pagato le bollette dell’energia elettrica, accumulando un debito di poco più di 200mila euro. Adesso l’Amministrazione comunale ha deciso di porre rimedio chiudendo la vicenda ed evitando ulteriori aggravi di spese, raggiungendo un accordo con un piano di rientro del debito. L’intesa è stata siglata tra il sindaco Bruno Miliadò e la società Polluce Spe srl, società a cui Enel ha ceduto il credito nel maggio dello scorso anno, relativo alle fatture emesse nel periodo 2017-2019, per l’importo di 201mila 070 euro oltre interessi per 34mila 349 euro. Il Comune ha ritenuto di arrivare ad una transazione per evitare che la vicenda si trascinasse ancora a lungo e la Polluce ha dato disponibilità alla rinuncia degli interessi maturandi, all’abbattimento totale degli interessi maturati e alla somma di 50mila 267 euro sulla quota capitale, per un importo residuo da corrispondere pari a 150mila 802 euro. Dunque il Comune di Forza d’Agrò ha ottenuto un risparmio di 104mila 616 euro, pari al 40% del debito totale. La somma dovrà essere pagata alla società in un’unica rata entro il 15 novembre e l’Amministrazione comunale ha deciso di utilizzare le risorse anticipate in termini di cassa dal Ministero delle Finanze, tramite Cassa depositi e prestiti, grazie al cosiddetto Decreto Rilancio, che ha assegnato anticipazioni di denaro ai Comuni in carenza di liquidità, anche a seguito della situazione straordinaria di emergenza sanitaria, che non possono far  fronte  ai pagamenti dei debiti certi, liquidi ed esigibili maturati al 31 dicembre 2019, relativi a somministrazioni, forniture, appalti e a obbligazioni per prestazioni professionali. L’anticipazione di liquidità andrà poi restituita con un piano di ammortamento con durata fino a un massimo di 30 anni o anticipatamente in conseguenza del ripristino della normale gestione della liquidità.


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