Lunedì 13 Maggio 2024
In programma due giorni di funzioni nella chiesetta di proprietà della famiglia Aliberti


Festa di San Biagio, a Savoca tornano le celebrazioni in onore del protettore della gola

di Relazione | 01/02/2024 | ATTUALITÀ

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La chiesetta e la statua del santo

Savoca torna a celebrare la festa di San Biagio, ricorrenza che cade il 3 febbraio. Per l’occasione verrà riaperta la chiesetta della famiglia Aliberti, posta su una piccola altura di contrada Gazzani, raggiungibile dalla strada provinciale che collega con Santa Teresa di Riva prima di arrivare nel borgo collinare, dedicata al martire vissuto tra il III e IV secolo a cui i fedeli si rivolgevano per la cura dei mali fisici e in particolare per la guarigione dalle malattie della gola. Il programma stilato dal parroco di Savoca, don Agostino Giacalone, e dalla famiglia proprietaria del bene prende il via venerdì 2 febbraio in occasione della festa della Candelora, con il Santo Rosario (15.30) e la benedizione delle candele per la ricorrenza della presentazione di Gesù al tempio (16); per il giorno della festa di San Biagio, sabato 3, saranno celebrate le Sante Messe alle ore 8.30, 10 e 16, quest’ultima preceduta alle 15.30 dal Santo Rosario, con la tradizionale benedizione della gola e del panettone nella chiesetta di San Biagio, mentre per le confessioni l’orario previsto è dalle 8.30 alle 10.30. 

La festa di San Biagio a Savoca è una tradizione consolidata nel comprensorio e ogni anno sono tanti i fedeli che raggiungono la piccola chiesa, più volte presa di mira dai ladri che l’hanno spogliata degli arredi sacri. Ma la famiglia Aliberti, che custodisce la statua del santo a Messina e la trasla a Savoca per la ricorrenza, non si è mai persa d’animo organizzando ogni anno i festeggiamenti in collaborazione con l’Amministrazione comunale. La leggenda narra che poco prima dell'esecuzione per mano dei Romani, in quanto di fede cristiana, una donna chiese a San Biagio di salvare il figlio che stava soffocando a causa di una lisca di pesce conficcata in gola e il santo gli diede una grossa mollica di pane che lo aiutò a ingerire il corpo estraneo, salvandolo. 


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