Mercoledì 24 Aprile 2024
Manifesti fuori dagli spazi violando la normativa. La Prefettura ordina di sanzionare


Elezioni e affissioni selvagge, quando la politica offre un pessimo esempio - FOTO

di Andrea Rifatto | 03/09/2022 | ATTUALITÀ

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Manifesti fuori dagli spazi consentiti dalla legge

Il caro vecchio manifesto elettorale ha ancora il suo fascino, seppur nell’era dei social tutto passa tra smartphone, post, like e condivisioni. E insieme al tradizionale poster tornano puntuali le affissioni selvagge. Nella zona jonica a farla da padrone sono i manifesti del sindaco di Santa Teresa di Riva e deputato uscente Danilo Lo Giudice, ricandidato all’Assemblea regionale siciliana nella lista Sicilia Vera a sostegno del candidato presidente Cateno De Luca, ai quali in questi giorni si sono aggiunti quelli del sindaco di Limina, Filippo Ricciardi, anche lui schierato nella stessa lista, e di Elvira Amata, candidata con Fratelli d’Italia a supporto di Renato Schifani. Le strade, soprattutto a Santa Teresa, sono state tappezzate dai loro volti con l’invito a sostenerli al parlamento (per Lo Giudice e Amata sarebbe il secondo mandato), ma peccato che i manifesti siano stati affissi anche laddove è vietato, dando un pessimo esempio di rispetto delle regole e compromettendo il decoro urbano. I poster, infatti, sono comparsi anche sui piloni dell’A18 in piazza Antonio Stracuzzi, sulla cabina elettrica accanto lo stadio comunale e, spostandosi in vicini comuni, come Sant’Alessio Siculo, Savoca, Furci e Roccalumera, sui muri, sulle recinzioni stradali e sulle cabine telefoniche, imbrattando così spazi non destinati alle affissioni. Comportamenti che dovrebbero essere sanzionati dalla Polizia locale. I manifesti hanno riempito anche le bacheche per le vie di Santa Teresa (e non solo) e ciò è in contrasto con quanto previsto dalla legge, visto che dal 26 agosto è in vigore il divieto di ogni forma di propaganda elettorale luminosa o figurativa e del lancio o getto di volantini, come stabilito dall’articolo 6 della Legge 212 del 1956: in sostanza nei 30 giorni precedenti le consultazioni elettorali l’affissione degli stampati di propaganda può essere effettuata soltanto negli appositi spazi predisposti dal Comune, come ci ha confermato l’Ufficio Elettorale della Regione, e i manifesti collocati al di fuori (ad esempio sui cartelloni 6x3 metri o su altri spazi non adibiti alla propaganda elettorale) devono essere oscurati. Proprio in virtù di questa norma nei giorni scorsi due poster elettorali 6x3, posti alle due estremità di Santa Teresa, sono stati coperti, ed entro il 6 settembre la giunta deve delimitare e ripartire gli spazi per la propaganda. Secondo il sindaco Danilo Lo Giudice, invece, “non c’è alcun divieto di affissione, vietata negli altri spazi ma non in quelli previsti per le affissioni, come quelle tabelle, e ovviamente ho regolarmente pagato”. Le tabelle incriminate sono ad esempio quelle di via torrente Portosalvo, dove due giovani nottetempo hanno affisso i manifesti del sindaco-deputato, buttandone però alcuni a terra lasciandoli in un angolo, scusandosi successivamente e spiegando che si è trattata di una dimenticanza e non di mancanza di civiltà. Curioso, poi, notare come qualche esercizio commerciale santateresino abbia affisso i manifesti di Lo Giudice sulla propria facciata, una modalità di propaganda anche in questo caso non consentita.

La violazione delle regole è confermata da quanto emerge dall’incontro di mercoledì alla Prefettura di Messina sulla disciplina della propaganda elettorale. Dal verbale della riunione, inviato a tutti i Comuni, si legge che “le affissioni possono essere effettuate esclusivamente negli spazi che sono stati appositamente determinati dalla Giunta Municipale - a conclusione dei sorteggi successivi alla approvazione delle liste - ai partiti o gruppi politici che partecipano alla competizione elettorale. Al fine di contrastare il fenomeno dell'indiscriminata affissione di manifesti fuori degli spazi prescritti od in spazi riservati ad altre liste o ad altre candidature, si ritiene di dover intensificare la vigilanza da parte dei competenti Organi di Polizia, per prevenire e reprimere ogni azione diretta alla distruzione o danneggiamento del materiale di propaganda, nonché all’imbrattamento di sedi di partito. Al riguardo - scrive la Prefettura - non appena ricevute eventuali segnalazioni, il Comune provvederà, con la massima tempestività, all'immediata defissione del materiale di propaganda elettorale, affisso in parti diverse da quelle consentite o in spazi assegnati ad altri partiti o gruppi politici. Sempre dal 26 agosto l'affissione di stampati, giornali murali od altri e di manifesti di propaganda elettorale diretta è effettuata esclusivamente negli appositi spazi a ciò destinati dal Comune, non potendo essere, per contro, utilizzati gli spazi destinati dal Comune medesimo alle normali affissioni (art. 1 Legge 212/56). Le Amministrazioni Comunali - dal momento dell'assegnazione degli spazi per l'affissione dei manifesti elettorali - sono tenute, per legge, a provvedere alla defissione dei manifesti affissi fuori dagli spazi autorizzati per ciascun candidato o lista (D.Lgs. 507/1993), nonché a rimuovere ogni altra affissione abusiva o scritta ovunque effettuata: le spese sostenute dal Comune per la rimozione del materiale di propaganda abusiva nelle forme di scritti o affissioni murali o di volantinaggio sono a carico, in solido, dell'esecutore materiale e del committente responsabile”. La Prefettura ha inoltre invitato i sindaci ad emettere apposita ordinanza, regolamentando la fascia oraria in cui è consentita l'affissione dei manifesti elettorali, vietandola, in particolare, dalle ore 24 alle ore 6. La sanzione amministrativa prevista va da 103 a 1.032 euro. Dunque non resta che attendere l'intervento delle Forze dell'ordine.



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