Venerdì 19 Aprile 2024
Il resoconto della Commissione parlamentare di inchiesta su impianti e scarichi


Depuratori fognari, nella zona jonica solo uno funziona bene. Venti senza autorizzazione

di Andrea | 23/09/2022 | ATTUALITÀ

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Il depuratore di Santa Teresa di Riva

Pochissimi depuratori funzionanti, tanti strutturati in modo non adeguato secondo la normativa del 1999 e ormai vetusti, altri ancora non autorizzati o abbandonati, senza contare che qualche comune non è nemmeno fornito di impianto. È il quadro che emerge, relativamente alla zona jonica, dalla relazione finale sulla depurazione delle acque reflue in Sicilia, stilata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e agli illeciti ambientali. Un lavoro certosino, svolto consultando l’attività di vigilanza e controllo di Guardia costiera, Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza e Carabinieri, talvolta in presenza di personale tecnico specializzato appartenente ad Arpa Sicilia, unitamente a sopralluoghi svolti dai parlamentari, con una raccolta dati andata avanti fino a metà 2021. Gli unici comuni con l’autorizzazione allo scarico dei reflui depurati valida sono Santa Teresa di Riva, Roccalumera e Santa Domenica Vittoria. A Santa Teresa è emerso durante i controlli che “la condotta fognaria, ostruendosi, impediva ai reflui di defluire correttamente con conseguente ritorno degli stessi, e durante i lavori di disostruzione si verificava il defluire attraverso lo sfioratore del troppo pieno della rete fognaria in un canale delle acque bianche, ubicato sull’arenile”, ossia i classici sversamenti sulla spiaggia in caso di malfunzionamenti. In tanti altri depuratori sono state riscontrate ipotesi di reato di danneggiamento, getto pericoloso di cose, distruzione o deturpamento di bellezze naturali, smaltimento di rifiuti, deposito temporaneo e abbandono dei rifiuti, immissione in mare di reflui fognari, abusiva occupazione di area demaniale marittima ed inosservanza dei limiti della proprietà privata, danneggiamento ed alterazione delle bellezze naturali soggette a speciale protezione dell’Autorità: è il caso di Sant’Alessio Siculo, Roccalumera, Nizza di Sicilia, Alì, Consorzio Rete Fognante Giardini Naxos-Taormina-Letojanni-Castelmola, Graniti, Motta Camastra, Gaggi, Santa Domenica Vittoria e Roccella Valdemone. L’attività di monitoraggio è stata estesa anche all’individuazione di scarichi abusivi presenti all’interno del Compartimento marittimo, avvalendosi peraltro di supporto aereo di telerilevamento, così da ottenere un censimento pressoché fedele dei vari scarichi presenti nel territorio.  A Gaggi il depuratore è senza autorizzazione e abbandonato e non vi è alcun presidio depurativo; non autorizzati e con preavviso di archiviazione quelli di Gallodoro e Graniti; il depuratore di Mandanici (frazione Badia) è senza autorizzazione e inattivo e il centro collinare è servito solo in parte da sistemi depurativi e dà origine a scarichi sia depurati che non. Senza impianto è anche Mongiuffi Melia. 

Un solo impianto funziona bene. Dal documento trasmesso da Arpa ed acquisito dalla Commissione il 30 settembre 2019, relativo allo storico dei controlli effettuati sugli impianti di depurazione, nel periodo intercorrente dal 2012 al 2018 e dal successivo aggiornamento acquisito in data 12 febbraio 2020, emerge che la situazione dei piccoli impianti, ovvero quelli sotto i 2000 abitanti equivalenti, rimane pressoché immutata. Nel corso dell’audizione la dottoressa Dora Maria Saladino, dirigente responsabile Controlli di Arpa Sicilia, ha riferito che “tra tutti i depuratori della fascia jonica, l’unico che ha una buona funzionalità dal punto di vista della linea acqua, quindi per lo scarico a mare, è quello di Roccalumera, che però ha trascurato l’aspetto delle emissioni in atmosfera. Quindi si è creata una irregolarità che avrebbe potuto essere evitata, perché effettivamente la linea acqua l’avevano migliorata e stava andando benino. Tutti gli altri, Giardini, Letojanni, Scaletta, Nizza, Sant’Alessio, Santa Teresa, hanno problemi”. Malfunzionamenti e irregolarità sono emersi anche a Francavilla di Sicilia, Malvagna e Mojo Alcantara. Procedimenti penali sono in corso per i depuratori di Nizza di Sicilia, Sant’Alessio Siculo, Malvagna e Santa Domenica Vittoria e per l’impianto alessese vi è il preavviso di archiviazione dell’autorizzazione allo scarico in mare da parte della Regione. Attualmente risultano senza autorizzazione una ventina di depuratori: Alì, Antillo, Casalvecchio Siculo (centro, Mitta, Fadarechi, Rimiti), Scifì (diniego nel 2020), Francavilla di Sicilia (scaduta nel 2015), Gaggi, Giardini Naxos (consortile, scaduta nel 2017), Graniti, Letojanni (scaduta nel 2017), Limina, Malvagna (scaduta nel 2021), Mandanici (contrada Spafaro scaduta nel 2014 e contrada Divisa non autorizzato), Mojo Alcantara, Motta Camastra (contrada Sant’Antonio e Fondaco Motta, Finaita diniego nel 2020), Nizza di Sicilia (diniego nel 2021), Roccafiorita (diniego nel 2014), Sant’Alessio Siculo (scaduta nel 2017), Savoca (vallone Abramo), Scaletta Zanclea (diniego nel 2020).


COMMENTI

Giuseppe Cacciola | il 24/09/2022 alle 16:06:16

È un problema annoso i cui effetti perversi si riversano sulle spalle di amministratori e tecnici comunali, una mancanza pressoché totale di programmazione di risorse da parte dell'assessorato competente della Regione Siciliana,che non ha mai messo ha disposizione risorse adeguate per il potenziamento dei depuratori,che ripeto da anni non sono solo liquidi da smaltire ma sono un vero e proprio corpo idrico particolare da gestire non solo con la parti meccaniche ma soprattutto con un adeguato monitoraggio chimico fisico e biologico.Gli interventi devono essere tempestivi e la Regione non può perdere tempo con autorizzazioni che dopo anni nonostante tutte le interlocuzioni vengono archiviate o rigettate ,sapendo bene che per ottimizzare i vecchi depuratori ci vogliono risorse ingenti che nessun comune di piccole dimensioni può avere a disposizione, né prevede l'obbligo di consorziarsi al fine di avere solo un punto di scarico a mare.Quindi l'Autorità giudiziaria si faccia carico anche delle mancanze della parte politica che non ha messo mai i Comuni nelle condizioni di poter anche affrontare un mutuo per il rinnovamento degli impianti.

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