Venerdì 19 Aprile 2024
I dispositivi, recapitati dalla Protezione civile, non sono stati ritenuti idonei


Coronavirus, la rivolta di 43 sindaci messinesi: restituite le mascherine al Governo

di Redazione | 20/03/2020 | ATTUALITÀ

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Una delle mascherine recapitate ai sindaci

“Più che mascherine sembrano panni per pulire, cosa dovremmo farcene?”. È il pensiero di molti sindaci messinesi, che ieri hanno ricevuto dal Governo nazionale una confezione con 50 mascherine per filtrare i batteri ritenute però inutili per contrastare l’emergenza Coronavirus. Così, a differenza di alcuni colleghi che le hanno distribuite a dipendenti comunali e personale impegnato a fronteggiare la critica situazione di questi giorni, 43 primi cittadini hanno deciso di restituirle al mittente scrivendo al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “Siamo alcuni sindaci dei Comuni appartenenti alla Città metropolitana di Messina, impegnati in prima linea in questa difficile battaglia contro il Covid-19 – esordiscono nella lettera – nella nostra veste di responsabili della salute pubblica non è facile, ogni giorno, attuare le direttive del Governo e farle rispettare, sebbene siamo consapevoli che le restrizioni alla libertà personale imposte sono l’unico rimedio per frenare la diffusione del virus. In questi giorni, con ogni mezzo e con l’aiuto di molti volontari – proseguono – abbiamo dovuto realizzare mascherine e comporre igienizzanti, visto che detti dispositivi di protezione da tempo non sono più in commercio. Oltre le prescrizioni, nulla ci è arrivato dal Governo nazionale. Oggi la Protezione civile ha distribuito ai Comuni un numero esiguo di mascherine che nulla hanno a che vedere con quelle di classe FFP2 e FFP3, ritenute le uniche efficaci. Per questa ragione, non possiamo che manifestare tutto il nostro disappunto e, in segno di civile protesta, le rispediamo al mittente. Ci auguriamo che grazie all’azione e al senso civico di tutti, “andrà tutto bene” per il nostro Paese che ha risorse sufficienti per superare questo difficile e singolare momento”.

 

A firmare la lettera sono stati i sindaci di Acquedolci, Alì, Alì Terme, Capizzi, Caronia, Caprileone, Castel di Lucio, Castell’Umberto, Castelmola, Castroreale, Condrò, Falcone, Fiumedinisi, Forza d’Agrò, Frazzanò, Gaggi, Gallodoro, Paolino Lo Giudice, Librizzi, Longi, Mandanici, Mazzarà Sant’Andrea, Nizza di Sicilia, Novara di Sicilia, Patti, Reitano, Roccafiorita, Roccalumera, San Fratello, San Marco d’Alunzio, San Pier Niceto, San Salvatore di Fitalia, San Teodoro, Sant’Agata Militello, Santa Lucia del Mela, Santo Stefano di Camastra, Scaletta Zanclea, Spadafora, Torrenova, Tripi, Tusa, Ucria. Già mercoledì sera l’assessore regionale alle Autonomie locali, Bernardette Grasso, aveva annunciato che i sindaci avrebbero restituito le mascherine: “Ho comunicato loro la consegna delle mascherine in arrivo da Roma, non immaginavo la sorpresa che li aspettava, pensavamo che le parole del presidente Nello Musumeci e l’indignazione dei siciliani avessero fatto arrivare il messaggio. Così non è stato. Nei Comuni stanno arrivando le mascherine che sembrano più panni per pulire i tavoli che strumenti di difesa dal virus. I sindaci le restituiranno al mittente! La ritengo una più che legittima forma di protesta in questo momento così drammatico”.


COMMENTI

Pippo Sturiale | il 20/03/2020 alle 19:12:22

Le mascherine FFP2 e FFP3 vanno, in questo periodo di carenza, riservate preferibilmente agli operatori sanitari! Mi pare che i Sindaci giochino con la salute, intanto si accontentino (è già qualcosa quella mascherina!). Dare le mascherine a loro significherebbe scoprire medici, infermieri e tutti quelli che hanno a che fare con i contagiati: siano i sindaci responsabili.

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