Giovedì 25 Aprile 2024
Nuova stretta per tutta Italia: "Crisi più difficile dal dopoguerra, uniti ce la faremo"


Coronavirus, il Governo chiude le attività non essenziali. Aperti supermarket e farmacie

di Redazione | 22/03/2020 | ATTUALITÀ

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Il premier Giuseppe Conte

“Oggi abbiamo deciso di compiere un altro passo, la decisione assunta dal Governo è quella di chiudere nell’intero territorio nazionale ogni attività produttiva che non sia strettamente necessaria, cruciale, indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali”. L’annuncio del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, su un’ulteriore stretta nelle attiivtà consentite, è arrivato poco prima delle 23.30 di questa sera, al termine di una giornata drammatica con dati ancora una volta negativi, con 4.821 nuovi contagi e 793 morti, caratterizzata anche dal pressing delle regioni del Nord che hanno chiesto ulteriori misure più restrittive. “Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio con sindacati e associazioni di categoria per stilare una lista dettagliata in cui sono indicate le filiere produttive delle attività e dei servizi di pubblica utilità e quelli che sono più necessari per il funzionamento dello Stato in questa fase di emergenza - ha detto il premier alla nazione - continueranno a rimanere aperti tutti i supermercati, tutti i negozi di generi alimentari e di prima necessità, quindi non abbiamo previsto nessuna restrizione sui giorni di apertura dei supermercati e invito tutti a mantenere la massima calma, non c’è ragione di fare corsa agli acquisti e creare code. Continueranno a rimanere aperte farmacie e parafarmacie, continueranno a venire assicurati i servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari, i trasporti, le attività connesse, accessorie e funzionali a quelle essenziali. Al di fuori di queste, consentiremo solo lavoro in modalità smart working e le attività produttive ritenute rilevanti per la produzione nazionale”. Nella lista delle attività considerate essenziali rientrano anche agricoltura, pesca, industria alimentare e delle bevande, edicole, tabaccai, servizi di informazione e comunicazione.

“É la crisi più difficile dal secondo dopoguerra, la morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova – ha detto Conte – questi decessi per noi non sono semplici numeri ma persone, storie di famiglie, che perdono gli affetti più cari. Le misure sin qui adottate richiedono tempo prima che possano spiegare i loro effetti, dobbiamo rispettare le regole con pazienza, responsabilità e fiducia. Sono misure severe ma non abbiamo alternative, dobbiamo resistere, perché solo in questo modo riusciremo a tutelare noi stessi e le persone che amiamo. Il nostro sacrificio di rimanere a casa è minimo se paragonato al sacrificio che stanno compiendo altri concittadini: negli ospedali, nei luoghi cruciali, c’è chi rinuncia e rischia molto di più, penso ai medici, agli infermieri, alle forze dell’ordine, alle forze armate, alle donne e agli uomini della Protezione civile, ai commessi dei supermercati, ai farmacisti, agli autotrasportatori, ai lavoratori dei servizi pubblici e dell’informazione, donne e uomini che non stanno andando semplicemente a lavorare ma compiono ogni giorno un atto di responsabilità e amore verso l’Italia intera”.

“Rallentiamo il motore produttivo del paese ma non lo fermiamo – ha evidenziato il premier - è una decisione non facile ma che ci predispone ad affrontare la fase più acuta del contagio. Una decisione che si rende necessaria oggi in particolare per poter contenere quanto più possibile la diffusione dell’epidemia. L’emergenza sanitaria, lo avevamo previsto, sta tramutando in piena emergenza economica ma a voi tutti dico che lo Stato c’è, è qui, il Governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa e ripartire quanto prima. Mai come ora la nostra comunità deve stringersi forte come una catena a protezione del bene più importante, la vita: se dovesse cedere anche un solo anello, questa barriera di protezione verrebbe meno, esponendoci a pericoli più grandi per tutti. Quelle rinunce che oggi vi sembrano un passo indietro, domani ci consentiranno di prendere la rincorsa e ritornare presto nelle nostre fabbriche, nei nostri uffici, nelle nostre piazze, tra le braccia di parenti e amici. Stiamo rinunciando alle abitudini più care, lo facciamo perchè amiamo l’Italia, ma non rinunciamo al coraggio e alla speranza nel futuro, Uniti ce la faremo".

Più informazioni: coronavirus  


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