Venerdì 26 Aprile 2024
A 30 anni dalla scoperta del sito fatto il punto su risultati raggiunti e obiettivi


Area archeologica di Scifì, "Bisogna continuare a scavare per la memoria e il futuro"

13/04/2017 | ATTUALITÀ

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Giulia Lombardo, Filippo Brianni e Grazia Spagnolo

"Si dovrà continuare a scavare, soprattutto sotto la collinetta a sud, per avere idee più chiare sul sito archeologico di Scifì”. Ad affermarlo è la professoressa Grazia Spagnolo, docente del Dipartimento Civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina, che nel 2002 collaborò all’ultimo scavo a Scifì e che sabato scorso ha ripercorso le tappe dalla scoperta del sito alle recenti brevi indagini con geoscanner dello scorso settembre. La Spagnolo è intervenuta in un evento organizzato presso l’abbazia dei Santi Pietro e Paolo di Casalvecchio Siculo dalla sede comprensoriale Area Jonica Messina di Archeoclub. Un incontro-memoria per celebrare il trentesimo anniversario della scoperta del sito e fare il punto sui risultati raggiunti e i prossimi obiettivi da fissare.

Ha aperto l’incontro Filippo Brianni, neo presidente della sede Archeoclub, il quale ha delineato lo scopo dell’incontro ed ha tracciato la cronistoria del sito, da quell’11 aprile 1987 quando lo studioso Giuseppe Lombardo comunicò la scoperta al Consiglio comunale di Forza d’Agrò, di cui faceva parte. Lombardo annunciò allora che un frammento di muro casualmente emerso durante dei lavori per la realizzazione di un vigneto potevano appartenere ad una struttura romana, probabilmente il primo monastero dei SS. Apostoli Pietro e Paolo d’Agrò, innestato in epoca bizantina su una precedente struttura pagana. La sordità delle istituzioni e il rischio che il vigneto soppiantasse la storia, indusse Lombardo ad acquistare il terreno per consentire gli studi. Da allora, un breve saggio di scavi nel 1995, uno nel 1997 e l’ultimo, più corposo, nel 2002, che confermarono la datazione indicata da Lombardo, la presenza di un evento alluvionale che travolse il sito. Quanto alla natura, le indagini finora svolte sembrano ricondurre i ruderi a una struttura di epoca romana, certamente importante per le poche tracce già emerse (dimensioni muri, presenza di una torretta fortificata, potenziale estensione del o dei fabbricati) che però non consentono ancora di chiarire del tutto natura e funzione del sito. Secondo la professoressa Spagnolo sarà necessario un intervento di messa in sicurezza delle strutture esistenti, per evitare crolli, e proseguire gli scavi.

Un ricordo dell’insegnante Giuseppe Lombardo è stato tracciato dalla nipote Giulia Lombardo, studentessa di Lettere e consigliere Archeoclub, la quale si è soffermata sulla figura di nonno-maestro dello scopritore del sito. Sono intervenuti anche il sindaco di Casalvecchio Siculo, Marco Saetti, che ha collaborato all’iniziativa ed ha auspicato l’individuazione di strumenti per consentire la prosecuzione degli scavi; l’ex presidente di Archeoclub, Santino Mastroeni; l’ex presidente Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò, Ketty Tamà, la quale ha posto l’accento su alcuni studi di Lombardo contenuti nel suo libro “Scifì, da Omero ad oggi”, auspicando l’individuazione delle torrette di guardia che mettevano in comunicazione la Valle d’Agrò con Naxos. Secondo Brianni, “è stata una giornata importante per la memoria; lo potrà essere anche per il futuro soltanto se si riuscirà a dare un’accelerazione al percorso di studio e di scavo a Scifì”.


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