Sabato 27 Aprile 2024
Inchiesta a rilento: i familiari del 72enne e il loro legale chiedono chiarezza


Alluvione 2016 a Letojanni: "Nessuna risposta per la morte di Roberto"

di Andrea Rifatto | 13/10/2018 | ATTUALITÀ

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Il torrente Silemi dopo l'alluvione e Saccà

Sono passati quasi due anni dalla morte di Roberto Saccà, il commerciante messinese che ha perso la vita durante l’alluvione del 25 novembre 2016 a Letojanni. Nonostante i consulenti della Procura della Repubblica di Messina abbiano stabilito senza ombra di dubbio che sia morto per annegamento, l’indagine è però ancora impantanata e i familiari temono adesso che la prescrizione possa far calare per sempre il silenzio sulla ricerca delle responsabilità. “Malgrado diverse richieste, ad oggi non abbiamo avuto alcuna risposta dalla magistratura –  dice la sorella Luisa – eppure è chiaro a tutti che la devastazione di quel giorno non sia soltanto opera di una natura matrigna”. La famiglia chiede che venga fuori la verità, qualunque essa sia. “Il procedimento sembra incagliato - spiega il legale dei Saccà, l’avvocato Orazio Carbone – e nessuna risposta hanno trovato le mie numerose istanze di sollecito. Si ravvisa palese la responsabilità degli enti e degli organi preposti alla tutela del territorio”. Saccà quel pomeriggio venne travolto dalla piena del torrente Silemi mentre stava transitando in moto: il suo corpo venne ritrovato tre giorni dopo in mare al largo dell’Isola Bella. L’inchiesta della Procura è partita subito coordinata dal pubblico ministero Antonella Fradà e il medico legale che ha eseguito l’autopsia, la dottoressa Elvira Ventura Spagnolo, ha stabilito l’esatta causa della morte di Saccà, ossia “asfissia per sommersione interna da materiale liquido e semi-liquido”. Da allora, però, l’indagine sembra al palo. Il legale della famiglia ha sollecitato più volte la nomina di consulenti tecnici d’ufficio per indagare sul collegamento tra la morte del commerciante 72enne e le responsabilità dell’uomo nella devastazione provocata dalla piena e dalla frana. L’inchiesta però, secondo la famiglia, al momento sembra non puntare alla verifica della sicurezza del territorio e ai mancati allarmi.


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