Rifiuti, due mega impianti in provincia e quattro nella zona jonica
di Andrea Rifatto | 14/09/2018 | AMBIENTE
di Andrea Rifatto | 14/09/2018 | AMBIENTE
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L'area dell'ex discarica di Ligoria
Due nuovi grandi impianti per trattare i rifiuti prodotti nella provincia di Messina e incentivare il compostaggio. Si sta muovendo in questa direzione la Società di regolamentazione rifiuti “Messina Area Metropolitana” presieduta da Santi Briguglio Polò, che nei giorni scorsi ha incontrato a Palermo il dirigente generale del Dipartimento regionale Acque e Rifiuti, Salvo Cocina, per presentare la relazione sul potenziamento della capacità impiantistica, il monitoraggio sugli impianti esistenti e la programmazione, anche ai fini del reperimento delle risorse finanziarie occorrenti per il raggiungimento dell’autosufficienza impiantistica nell’ambito di riferimento. Attualmente nell'intera Srr Messina Area Metropolitana vi è solo un impianto di selezione e valorizzazione delle frazioni secche provenienti da raccolta differenziata a Messina Pace, della capacità di 10 ton/giorno (gestito dalla società MessinaServizi Bene Comune e di proprietà dell’Ato Me3) e 10 centri comunali di raccolta: 5 a Messina, 1 a Barcellona, 1 a Milazzo (non attivo), 1 a Furci (a servizio di più comuni), 1 a Taormina (non attivo) e 1 a S. Teresa. Il fabbisogno impiantistico è stato sottoposto a verifiche e aggiornamenti in funzione degli obiettivi di legge relativi alla raccolta differenziata, prevista a regime (nel 2020) al 65 %. Obiettivo che comporta un sostanziale incremento delle necessità di impianti di trattamento per il recupero e la valorizzazione delle frazioni da raccolta differenziata a scapito dell'impiantistica dedicata all’indifferenziato. In sintesi le macrosezioni impiantistiche necessarie ai fabbisogni della Srr sono: impianti di selezione e recupero delle frazioni secche da raccolta differenziata; impianti di compostaggio delle frazioni organiche biodegradabili raccolte separatamente; impianti di selezione secco-umido (vagliatura); impianti di digestione anaerobica per le frazioni umide vagliate; impianto di discarica controllata per le frazioni residue pretrattate; impianto di trasferenza del rifiuto urbano residuo e rifiuto differenziato; centri comunali di raccolta. “Abbiamo convenuto con il dirigente Cocina di puntare su due impianti di dimensioni importanti da realizzare nella zona tirrenica – spiega Briguglio Polò – uno da 600.000 tonnellate annue per l’abbancamento dei rifiuti con sistema di trattamento meccanico biologico, l’altro da 80.000 tonnellate per smaltire la frazione organica. Il primo ha un costo da 24 milioni di euro, il secondo da 8 milioni e la Regione si è detta disponibile a finanziarli. Entro il 30 settembre – aggiunge il presidente della Srr – il CdA dovrà rielaborare il piano d’ambito e pianificare l’esatta dislocazione e i costi”. Entrambe le strutture potrebbero servire i 49 comuni della Srr Area Metropolitana. Tutte le unità impiantistiche previste nella programmazione, redatta da Santi Briguglio Polò e dell’architetto Romualdo Santoro, funzionario tecnico della Srr, devono rispondere al criterio di migliore tecnologia disponibile: nella scelta delle tecnologie si è tenuto in grande considerazione l'affidabilità della tecnologia in termini ambientali e la sostenibilità economica; ulteriori tecnologie innovative e sperimentali potranno comunque essere valutate nel rispetto della normativa vigente. L'impianto di compostaggio dovrà essere inteso come "compostaggio verde" ovvero operante su frazioni selezionate alla fonte e dotati di tutte le unità di maturazione e raffinazione in grado di assicurare gli standardagronomici per l'utilizzo in campo. La digestione anaerobica andrà considerata con grande attenzione anche in rapporto alle politiche di incentivazione dei recuperi energetici da fonti rinnovabili. Quattro gli impianti previsti nella zona jonica. Uno per il compostaggio a digestione aerobica dei rifiuti organici a S. Teresa, dal costo di 2,3 milioni di euro e capace di gestire 10.000 ton/anno, da realizzare nell’area limitrofa alla discarica di Ligoria, dove è necessario realizzare opere di adeguamento e idonea viabilità di accesso; per questa opera esiste un documento di fattibilità preliminare all’avvio della progettazione. Un altro impianto del genere, sempre da 10.000 t/anno, è previsto tra Roccalumera e Pagliara, per un investimento di 3,320 milioni, anche qui limitrofo a una discarica dismessa dove sono necessari lavori di adeguamento e idonea viabilità di accesso. A S. Teresa è previsto nel piano Srr anche un impianto di pretrattamento e biostabilizzazione dei rifiuti solidi urbani in contrada Ligoria nella vecchia discarica, intercento da da 2,5 milioni di euro per 10.000 t/anno: attualmente esiste un documento di fattibilità preliminare all’avvio della progettazione. A Furci è invece prevista una piattaforma per la gestione delle frazioni secche provenienti dalla raccolta differenziata, che dovrebbe sorgere nell’attuale centro di raccolta dell’Ato Me4 a monte del paese: affinché possa entrare in attività è necessario un sistema di selezione e pressatura dei rifiuti e la realizzazione di tettoie idonee e l’investimento stimato ammonta a 1,5 milioni per gestire circa 5.000 ton/anno. Il costo complessivo delle opere previste ammonta a 25,6 milioni di euro e inoltre si prevede la realizzazione di 10 Centri comunali di raccolta (uno ogni 20.000 abitanti) per altri 2,5 milioni, per un totale occorrente di 28,1 milioni di euro. “Per le somme chiederemo i finanziamenti alla Regione – conclude Santi Briguglio Polò – e per quelle non finanziate ricorreremo ai privati con progetti di finanza”. In entrambi i casi i costi per la realizzazione verranno recuperati mediante inserimento nella tariffa di conferimento dei realizzandi impianti.