Mare inquinato nella costa jonica, i sindaci snobbano l'Unione dei Comuni
di Andrea Rifatto | 20/10/2018 | AMBIENTE
di Andrea Rifatto | 20/10/2018 | AMBIENTE
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Una scia di sporcizia dei giorni scorsi
Il problema dell’inquinamento del mare della costa jonica può essere occasione per dimostrare il ruolo dell’Unione dei Comuni Valli Joniche dei Peloritani nell’affrontare in maniera congiunta una questione del territorio. Ed è ciò a cui ha pensato il presidente in carica, il sindaco di Mandanici Armando Carpo, che il 5 ottobre scorso ha inviato una lettera ai sindaci dell’Unione e a quelli dei comuni costieri tra Alì Terme e S. Alessio offrendo la sua disponibilità a seguire, per conto delle singole amministrazioni, le azioni di controllo relativamente alla presunta problematica. Ma al di là di qualche assenso verbale non è seguito alcun atto concreto e i Comuni hanno snobbato la proposta. Anzi, qualcuno ha intrapreso la propria strada. La missiva è stata inoltrata ai sindaci Carlo Giaquinta (Alì Terme), Piero Briguglio (Nizza), Gaetano Argiroffi (Roccalumera) Danilo Lo Giudice (S. Teresa) e Giovanni Foti (S. Alessio) e per conoscenza ai colleghi Davide Paratore (Antillo), Marco Saetti (Casalvecchio), Fabio Di Cara (Forza d’Agrò), Marcello Bartolotta (Limina), Sebastiano Gugliotta (Pagliara), Concetto Orlando (Roccafiorita) e Antonino Bartolotta (Savoca). Ma nessuno ha finora risposto. Abbiamo chiesto al presidente come sono andate le cose. “Nella missiva avevo ricordato come ogni sindaco è responsabile per l’igiene pubblica e per le eventuali situazioni di degrado e incuria dell’ambiente nel suo comune – spiega Carpo – rilevando però che l’inquinamento del mare segnalato da numerosi cittadini è un problema di carattere generale per l’intera costa a prescindere dai territori comunali e che dunque un’azione congiunta da parte di tutti i comuni del territorio avrebbe potuto avere un’efficacia maggiore, quanto di monitoraggio, quanto di azioni correttive necessarie e incisive. Per questo mi ero reso quindi disponibile a seguire direttamente la questione in modo comprensoriale, sollecitato dai cittadini, con la possibilità di richiedere presso gli organi competenti un’azione di controllo e monitoraggio dell’intera costa per poter individuare, studiare e dare, possibilmente, le giuste soluzioni in modo che il fenomeno non degeneri e si risolva in modo definitivo”. Un’azione congiunta delegata all’Unione dei Comuni sembra però destinata a non decollare. Contemporaneamente si è mosso il sindaco di Furci, che il 26 settembre ha scritto al prefetto chiedendo un tavolo tecnico sulla problematica con gli altri comuni e gli enti preposti. Il viceprefetto Natalia Ruggeri il 2 ottobre ha inoltrato la segnalazione di Francilia ad Asp e Arpa, chiedendo notizie per i rispettivi profili di competenza. Dunque strade diverse all’interno dell’Unione dei Comuni, che non riesce a distinguersi per un’azione davvero unitaria.