Martedì 23 Aprile 2024
Primi esiti dell'autopsia eseguita sul corpo del 55enne di Roccalumera


Roberto Scipilliti ucciso con un colpo di pistola alla nuca: si indaga sul giallo

di Andrea Rifatto | 17/01/2017 | CRONACA

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Il luogo del ritrovamento di Roberto Scipilliti (nel riquadro)

Roberto Scipilliti è stato ucciso con un colpo di pistola alla nuca. É quanto emerge dall’autopsia effettuata oggi al Policlinico di Messina dai due medici legali nominati dalla Procura della Repubblica e dai familiari della vittima, Elvira Ventura Spagnolo e Fabrizio Perri. L’esame sul corpo ha consentito di scoprire il foro di entrata alla nuca di un proiettile di piccolo calibro, che non era stato notato inizialmente perché nascosto dai capelli, e quello di uscita sotto la gola. Una vera e propria escuzione. Si tratta quindi di omicidio e le indagini si dirigono da questo momento verso una strada ben precisa, ossia quella indirizzata all’individuazione dei responsabili della morte del 55enne vigile del fuoco di Roccalumera. Il cadavere di Scipilliti è stato ritrovato sabato pomeriggio nelle campagne a monte della frazione Rina di Savoca, lungo la strada provinciale agricola 234 Rina-Scopelliti-Savoca, riverso a terra a facia in giù con ecchimosi sul volto e abrasioni sulle braccia e sul tronco. Segni che fino a oggi si è ipotizzato potesse essersi procurato cadendo lungo il sentiero della campagna savocese e battendo la testa su una roccia, anche se è apparso strano sin da subito che l’uomo potesse aver raggiunto da solo e a piedi quel luogo, isolato e non di passaggio, a circa 5 km di distanza da dove il pompiere aveva parcheggiato la sua auto. Di Scipilliti, infatti, si erano perse le tracce dal primo pomeriggio del 5 gennaio, quando si era allontanato dall’abitazione di Roccalumera con la sua jeep Hyundai Galloper grigia: il mezzo era stato poi ritrovato la sera stessa parcheggiato sulle strisce pedonali di fronte ad un bar sul lungomare alla periferia sud di Santa Teresa di Riva. Quel pomeriggio Scipilliti era già sulla strada di casa verso Roccalumera ma aveva invertito la marcia dopo aver ricevuto una telefonata e da quel momento di lui si sono perse le tracce. Qualcuno che conosceva, infatti, lo aveva chiamato non si sa per quale motivo e verosimilmente il 55enne è poi salito su un’auto condotta dalla stessa persona, con cui si è allontanato. Erano così scattate le ricerche condotta da carabinieri e vigili del fuoco e nei giorni successivi era stato individuato il segnale emesso dal telefono cellulare della vittima, rintracciato nelle campagne di Savoca. Ricerche che dopo nove giorni, però, si sono concluse con il ritrovamento del corpo senza vita dell’uomo grazie al fiuto delle unità cinofile.

Da adesso, dunque, i carabinieri della Compagnia Messina Sud, al comando del maggiore Paolo Leoncini, indagano per il reato di omicidio, per il quale il sostituto procuratore Antonella Fradà ha aperto un fascicolo La soluzione al caso potrebbe arrivare dal passato dell’uomo, che nel 2014 è stato arrestato con l’accusa di truffa ed estorsione per aver messo in piedi un raggiro ai danni dell’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) e dell'Unione Europea, per far ottenere contributi agricoli a soggetti che non ne avevano alcun titolo. Secondo l’accusa il 55enne consentiva ai beneficiari delle erogazioni di trattenere solamente una minima parte delle somme percepite, facendosi consegnare mediante pesanti minacce quasi l’intera somma di denaro. Vicenda giudiziaria, non è ancora giunta a sentenza, per la quale è stato in carcere per sette mesi e poi ai domiciliari. Da poco era stato riammesso al lavoro presso il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Messina. Ultimamente, poi, l’uomo aveva contratto alcuni debiti e si trovava in difficoltà economiche, tanto da aver chiesto un anticipo sulla liquidazione. Qualcuno, evidentemente, aveva dei motivi di rancore nei suoi confronti tanto da giungere a mettere in piedi una vera e propria esecuzione. Resta da capire chi e perché lo ha condotto in quel luogo isolato percorrendo una strada poco conosciuta a chi non è della zona, sempre se Scipilliti non sia stato ucciso da un’altra parte e poi trasportato nelle campagne di Savoca già cadavere. Lungo il percorso che attraversando la frazione Rina di Savoca conduce fino alla strada provinciale agricola 234, dove è stato rinvenuto il corpo, sono presenti delle telecamere di videosorveglianza che potrebbero aver ripreso il passaggio del veicolo utilizzato per raggiungere il posto. Sugli indumenti indossati da Scipilliti sarebbero inoltre state individuate dagli esperti del Ris tracce di estranei. Elementi al vaglio degli investigatori per risolvere quello che al momento è un vero e proprio giallo. 

Più informazioni: morte scipilliti  


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