Venerdì 19 Aprile 2024
Poste sotto amministrazione controllata le società catanesi Tecnis, Artemis e Cogip


"Infiltrazioni mafiose", sequestrati 1,5 miliardi al gruppo Costanzo-Bosco

23/02/2016 | CRONACA

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I carabinieri del Ros hanno eseguito, in provincia di Catania, un importante provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del locale tribunale che ha disposto l’amministrazione giudiziaria delle società Tecnis Spa, Artemis Spa e Cogip Holding Srl ed il sequestro delle relative quote ed azioni, per un valore superiore ad un miliardo e mezzo di euro. L’intervento, richiesto dalla Procura distrettuale antimafia di Catania, colpisce tre importanti società del gruppo imprenditoriale Costanzo - Bosco Lo Giudice, attive nel settore della realizzazione di grandi opere infrastrutturali sia in Italia sia all’estero. Il provvedimento, previsto dal Codice Antimafia, scaturisce da diverse attività investigative del Ros che hanno documentato, nel tempo, l’asservimento del gruppo imprenditoriale alla famiglia catanese di Cosa nostra, alla quale sono state garantite ingenti risorse economiche ed è stata consentita l’infiltrazione del redditizio settore degli appalti pubblici. Amministratore giudiziario è stato nominato il prof. Ruperto, che sostituirà gli amministratori per un periodo di sei mesi, ulteriormente rinnovabile, al fine di risanare e reimmettere nel mercato l’azienda, in modo che possa operare nel rispetto delle regole ed al riparo da interventi della criminalità organizzata. È la prima volta che nel Distretto del Tribunale di Catania viene applicato tale istituto con riferimento ad assetti societari di tale rilevanza sia per numero di dipendenti sia per numero ed importanza degli appalti in corso d’esecuzione.

Gli inquirenti hanno ritenuto che la Tecnis SpA (e le relative compagini) abbia subito coartazioni nel libero svolgimento delle attività imprenditoriali. L’asservimento del gruppo alla famiglia catanese di Cosa nostra, oltre che a rimpinguarne le casse, ha consentito agli esponenti apicali dell’organizzazione di governare in qualche modo l’indotto, ottenendo sub appalti e forniture a imprese vicine alla organizzazione mafiosa ed accrescere il proprio potere e prestigio anche presso le famiglie palermitane, consentendo ad imprese loro vicine di infiltrare il settore delle commesse pubbliche. Nelle indagini sono stati presi in considerazione gli esiti di diversi processi.

Le indagini

I
soggetti le cui attività criminali sono risultate agevolate, sono stati identificati in Carlo Camanella, uomo d’onore, responsabile del gruppo di Picanello, definitivamente condannato per il reato di cui all’art. 416 bis c.p. che prese il primo contatto con le imprese del gruppo Costanzo; Vincenzo Maria Aiello, uomo d’onore, rappresentante provinciale della famiglia catanese di Cosa nostra dal 2006 al 2009, definitivamente condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. e Alfio Maria Aiello, definitivamente condannato e sottoposto a processo per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., ai quali la Tecnis SpA (interessata al progetto) e la società controllata GEST. I. FOND. GESTIONI IMMOBILIARI E FONDIARIE Srl hanno consentito di dissimulare la ricezione di una ingente somma di denaro che, sulla base di sufficienti elementi, sembra potersi ricondurre alla messa a posto per i lavori della metropolitana di Palermo; Carmelo Bisognano, esponente apicale della famiglia di Cosa nostra di Barcellona Pozzo di Gotto, condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., che ha ricevuto consistenti somme di denaro per i lavori eseguiti dalla Tecnis SpA per i lavori svolti nel territorio di competenza e che ha visto accresciuta la propria influenza all’interno dell’associazione ed è stato agevolato nelle sue attività all’interno della stessa allorché ha potuto fungere da trait d’union tra la famiglia mafiosa operante a Messina e l’imprenditore con riferimento ai lavori dell’approdo di Tremestieri; Salvatore Lo Piccolo, uomo d’onore, capo del mandamento di San Lorenzo, condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., la cui attività è stata agevolata dalla condotta delle imprese del gruppo Tecnis SpA; Lo Piccolo, infatti, ha potuto dimostrare di avere le conoscenze e la capacità necessaria per chiedere ed ottenere che un imprenditore messo a posto da altra famiglia (Concetto Bosco Lo Giudice) desse lavoro ad una impresa segnalata da Rosario Salvatore Lo Bue, reggente del mandamento di Corleone; Rosario Salvatore Lo Bue, uomo d’onore, reggente del mandamento di Corleone, condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., le cui attività sono state agevolate per le ragioni sopra esposte; Rosario Tripoto, uomo d’onore, responsabile del gruppo di Picanello, condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., la cui attività è stata agevolata dalle imprese Costanzo mediante la corresponsione di periodiche somme di denaro che gli hanno consentito di gestire le spese ordinarie del gruppo (così come dallo stesso riferito a Vincenzo Aiello che intendeva sottrargli detta entrata); Angelo Santapaola, uomo d’onore, reggente della famiglia catanese di Cosa nostra da metà del 2004 al 26 settembre del 2007 (data del suo omicidio), la cui attività è stata agevolata dalla condotta delle imprese del gruppo Tecnis SpA allorchè ha potuto dimostrare di poter influire su di essa, guadagnando in tal modo credibilità sia nei confronti delle famiglie palermitane (per l’impresa segnata da Lo Bue per il tramite di Lo Piccolo) sia nei confronti delle famiglie operanti nel messinese. 

Più informazioni: tecnis  concetto bosco  francesco costanzo  


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