Mercoledì 22 Maggio 2024
I cugini siracusani Giuseppe Forte e Christian Terranova, arrestati ad ottobre


Bomba al Primigi Store di S. Teresa, condannati mandante ed esecutore

di Andrea Rifatto | 22/02/2019 | CRONACA

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La vetrina danneggiata dall'esplosione

Sono arrivate due condanne per l'attentato dinamitardo del 5 febbraio 2018 al negozio di abbigliamento per bambini Primigi Store di S. Teresa di Riva. Ieri il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Messina Monica Marino ha condannato a sei anni di reclusione i cugini Giuseppe Forte, 43 anni e Christian Maria Terranova, 28 anni, entrambi di Siracusa, rispettivamente in qualità di mandante il primo e di esecutore materiale il secondo. Il pubblico ministero Marco Accolla aveva chiesto 6 anni e 8 mesi per Forte e 10 anni per Terranova, difesi dagli avvocati Nunzio Rosso, Aldo Valtimora e Antonio Lo Iacono. A processo, svoltosi con rito abbreviato, si erano costituiti parte civili i titolari del negozio Primigi Store. Lo riporta oggi Gazzetta del Sud. 

Forte e Terranova erano stati arrestati il 23 ottobre scorso al culmine delle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Taormina e della Stazione di S. Teresa e rinchiusi in carcere in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip per i reati di devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo in concorso tra loro e con una terza persona che non venne identificata. Un provvedimento restrittivo che scaturì da una complessa attività di indagine, avviata nel febbraio 2018 dall’Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Taormina, guidata dal capitano Arcangelo Maiello, con la collaborazione della Stazione santateresina comandata dal luogotenente Maurizio La Monica, i cui esiti permisero di comprovare come i due cugini siracusani la sera del 5 febbraio, intorno alle 22.30, fecero esplodere un ordigno rudimentale posto a ridosso della vetrina del Primigi Store, esercizio situato su corso Regina Margherita al centro di S. Teresa. L’attività investigativa - attraverso la captazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali - consentì di delineare il movente del delitto scaturito dal profondo rancore nutrito dal mandante nei confronti del proprietario dell’esercizio commerciale. Le investigazioni consentirono di appurare, attraverso la visione delle immagini riprese dal servizio di videosorveglianza di un’attività commerciale adiacente al negozio colpito dall’esplosione, che l’ordigno fosse stato collocato da due uomini, giunti a bordo di un’autovettura Nissan Micra di colore bianco, che proveniva dalla direzione Messina-Catania. Le telecamere immortalarono i due soggetti che parcheggiarono il mezzo lungo l’adiacente via Landro e, scesi dal veicolo, prelevarono da una busta un oggetto non meglio identificato. L’individuo che viaggiava sul lato passeggero, con il volto travisato, prese il contenuto della busta e corse verso il negozio posizionando l’ordigno davanti la vetrina lato Catania, innescando la miccia. Poi tornò di corsa verso l’autovettura dove il complice che lo attendeva partì immediatamente in direzione Catania. La deflagrazione, accompagnata da un assordante boato, oltre a disintegrare la vetrina dell'esercizio, danneggiò due automobili parcheggiate davanti, altre vetrine della zona, interessando anche le facciate dei palazzi circostanti che riportarono evidenti lesioni. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali permisero di ricostruire il movente, evidenziando che il mandante del delitto, titolare di negozi Primigi siti in provincia di Catania e Siracusa, covasse del rancore nei confronti del collega di S. Teresa, che fungeva anche da capo area per la Sicilia e la Calabria nonché dei vertici dell’azienda che gli aveva ridotto le forniture di merce a seguito delle sue insolvenze nei pagamenti delle precedenti forniture e temesse l’espansione commerciale della vittima che, con l’apertura di nuovi punti vendita, si era posto in aperta concorrenza con lui, cercando di estrometterlo dal mercato.

IL VIDEO DELL'ATTENTATO


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