Giovedì 09 Maggio 2024
La struttura poggia nell'alveo del Fiumedinisi tra Nizza di Sicilia e Alì Terme


Viadotto dell'A18 "sospeso" sul letto del torrente, il Cas tranquillizza dopo gli allarmi

di Andrea Rifatto | 31/03/2022 | ATTUALITÀ

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Le pile poggiano regolarmente nel terreno

È da tempo che quel “vuoto” suscita curiosità ma allo stesso tempo preoccupazione, visto che al di sopra si trova la più importante infrastruttura viaria di collegamento tra le province di Messina e Catania. Ma secondo gli esperti non c’è da allarmarsi. Da settimane, infatti, la prima coppia di piloni del viadotto Fiumedinisi, sulla carreggiata dell’A18 in direzione Messina tra i centri abitati di Nizza di Sicilia e Alì Terme, sembra sospesa e non più appoggiata nell’alveo del torrente Fiumedinisi, tanto da far allarmare parecchi cittadini che hanno inviato segnalazioni al Cas e alla stampa. L’azione erosiva dell’acqua, che scorre proprio in quel punto sulla sponda nizzarda, ha infatti scavato sotto il basamento in cemento armato che collega le due colonne che sorreggono l’impalcato e di conseguenza sotto il blocco si è formato un vuoto, a causa dell’abbassamento del livello dell’alveo. I pilastri, invece, sono regolarmente infissi nel terreno. La criticità è nota al Consorzio per le autostrade siciliane: “Conosciamo bene questa situazione e stiamo approntando un apposito progetto - commentano da contrada Scoppo - tuttavia il viadotto ha le pile fondate su pali e quindi l’erosione al piede va tenuta sotto controllo e quanto prima occorre fare degli interventi, ma lo scarico delle sollecitazioni avviene in profondità tramite i pali”. Dunque, benché non vi siano rischi imminenti, è comunque opportuno ripristinare le condizioni originarie del basamento del viadotto Fiumedinisi, anche perchè l’A18 diviene spesso l’unica via percorribile per la popolazione della zona nord del comprensorio jonico, visto che la Strada statale 114 viene interrotta ripetutamente ad Alì Terme per frane o altri crolli (come attualmente) e di conseguenza non ci si può permettere di correre il rischio di ulteriori chiusure delle arterie di collegamento.


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