Mercoledì 08 Maggio 2024
Nonostante le direttive dell'Autorità di bacino non tutti hanno chiuso i varchi


Transito illegale nei torrenti: Pagliara pone un freno, ancora nulla a Furci e Roccalumera

di Andrea Rifatto | 04/01/2021 | ATTUALITÀ

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La sbarra posizionata a Rocchenere

C’è chi lo fa per necessità dovendo raggiungere la propria attività agricola oppure l’insediamento lavorativo o perfino l’abitazione, chi invece ne approfitta per scaricare rifiuti. Transitare nei torrenti della zona jonica continua ad essere una consuetudine difficile da estirpare, perchè molteplici sono le piste in terra battuta o vere e proprie strade, tutte percorribili da mezzi meccanici, che spesso costituiscono uniche vie di accesso agli insediamenti. Opere realizzate in violazione della legge, quasi sempre ricadenti all’interno del demanio idrico fluviale, che spesso hanno provocato la dismissione degli argini originari e il restringimento degli alvei dei torrenti costringendo le acque a scorrere in porzioni limitate. Qualcosa, però, pare si stia muovendo e c’è chi ha iniziato a mettere ordine, anche alla luce di una nota del 24 settembre scorso emanata dall’Autorità di bacino. Il Comune di Pagliara, infatti, ha deciso con un’ordinanza sindacale di chiudere tre varchi da cui si accedeva al torrente Pagliara, mentre in altri tre (uno a Rocchenere) è stata installata una sbarra metallica mobile: chi avesse reale necessità di accedere al torrente, può chiedere copia della chiave presentando richiesta scritta motivata in municipio. Il provvedimento è stato adottato per tutelare l’incolumità pubblica ed evitare che continuino a formarsi microdiscariche. Basta spostarsi di pochi metri, però, per vedere come gli altri comuni non abbiano adottato provvedimenti analoghi: sulla stessa sponda, a Roccalumera, coì come su quella opposta, a Furci Siculo, è infatti possibile accedere liberamente nel letto del torrente, nel primo caso da una stradina adiacente e nel secondo grazie alla trazzera che affianca il muro di cinta, sulla quale il sindaco nel 2018 aveva emesso un divieto assolto di transito mai rispettato né fatto rispettare. Situazione analoga, sempre in territorio furcese, si verifica nel torrente Savoca, dove esiste un varco che consente ad auto e mezzi pesanti di percorrere liberamente l’asta torrentizia. Piste, strade e varchi che si trovano in aree che potrebbero essere interessate da portate di piena elevate in concomitanza con eventi piovosi molto intensi. L’Autorità di bacino ha ribadito che non è ammissibile l’utilizzo degli alvei e delle aree golenali per la realizzazione di vie d’accesso o di guadi e che l’accesso alle proprietà deve avvenire in condizioni di sicurezza idraulica: ai Comuni è stato quindi chiesto di attivarsi per la progettazione di attraversamenti idonei (ponti, ponticelli) e di provvedere allo spostamento di piste e strade in aree poste al di fuori del demanio fluviale, eliminando gli attraversamenti.Inoltre è stato ricordato che nei tratti di alveo in cui persistono situazioni di rischio per la pubblica incolumità, compete al sindaco, quale Ufficiale di Governo, la vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico e l’adozione di provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini. Regolamentare l’accesso ai torrenti non sembra essere così complicato: basterebbe autorizzare solo chi ha un reale interesse e monitorare con telecamere i varchi, evitando che si continuino ad utilizzare gli alvei come discariche. Ma non tutti i Comuni sembra siano interessati a farlo.


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