Venerdì 26 Aprile 2024
L'ing. capo Santoro ha chiesto un incontro al prefetto per specificare le competenze


Torrenti, il Genio civile fa chiarezza: “La manutenzione non spetta a noi"

di Andrea Rifatto | 29/12/2016 | ATTUALITÀ

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L'ing. capo Leonardo Santoro. Sullo sfondo il torrente Savoca

Il Genio civile non ha alcuna competenza in materia di demanio fluviale relativamente al mantenimento dell’efficienza idraulica degli alvei di fiumi e torrenti tramite interventi di manutenzione a difesa dei centri abitati e in corrispondenza di opere di attraversamento. È quanto afferma l’ingegnere capo del Genio civile di Messina, Leonardo Santoro, che ha ribadito il demansionamento del suo Ufficio, in seguito al mutamento normativo in Sicilia,  in una lettera inviata al prefetto e per conoscenza al Dipartimento regionale tecnico, ai quali chiede un incontro per sensibilizzare gli Enti locali ad attuare le più efficaci politiche di tutela del territorio a salvaguardia dell’incolumità. I sindaci, infatti, continuano a sollecitare al Genio civile interventi per la messa in sicurezza e lo svuotamento dei corsi d’acqua, soprattutto in seguito agli eventi alluvionali che hanno colpito la zona jonica. L’ing. Santoro ha innanzitutto spiegato che “gli alvei sono impropriamente utilizzati dagli Enti locali quali vie di accesso ai centri abitati e quale impropria sede per allocare impianti e che il Genio civile, organo periferico dell’assessorato regionale delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha svolto in passato un’azione di vigilanza volta a garantire il regolare deflusso delle acque e impedire l’occupazione abusiva delle aree, ma adesso tutte le competenze manutentive in materia di demanio fluviale sono dell’assessorato Territorio e Ambiente”. Concetti ribaditi anche oggi nel corso della conferenza stampa convocata a Messina per illustrare l'attività svolta dall'Ufficio nel 2016.

Il Genio civile, dunque, viene impropriamente individuato, in virtù di norme ormai desuete, quale organo dell’assessorato Territorio e Ambiente che ha invece proprie strutture territoriali come l’Azienda Foreste e l’Ufficio Territoriale Ambiente, deputati ad azioni sul demanio idrico e marittimo. L’Ufficio diretto dall’ing. Leonardo Santoro ha pertanto “solo residuali mansioni connesse ad autorizzazioni e nulla osta idraulici e ha provveduto nel tempo a diramare una serie di atti di indirizzo rivolti agli Enti locali per fornire le indicazioni tecniche utili a provvedere in maniera adeguata alla salvaguardia delle opere di attraversamento dei corsi d’acqua (ponti, viadotti, acquedotti, ecc). “Si rileva l’operato anomalo di alcuni Comuni che ad oggi, rimangono inadempienti rispetto alle loro obbligatorie attività di salvaguardia dei ponti e dei centri abitati – precisa ancora l’ingegnere capo – e di contro continuano impropriamente ad indicare il Genio civile quale organo regionale responsabile di attività manutentive sui corsi d’acqua. Tali amministrazioni comunali rimangono inadempienti rispetto le loro attività di presidio idraulico a seguito di allerta meteo, cui sono obbligate in virtù dei propri piani di protezione civile”.

Un documento per mettere chiarezza che fa seguito alla dettagliata nota redatta dall’ing. Santoro lo scorso 25 novembre, poche ore prima della forte ondata di maltempo che ha colpito in particolare la zona jonica con frane e alluvioni, con la quale il massimo esponente del Genio civile di Messina ricordava gli adempimenti obbligatori a carico delle amministrazioni locali, specificando che il suo Ufficio si occupa esclusivamente del rilascio di autorizzazioni e concessioni e può effettuare interventi in via sostitutiva, se formalmente richiesti, esclusivamente “finalizzati ad asseverare la necessità di azioni  atte a rimuovere il pericolo per la pubblica e privata incolumità: il tutto, stante che il Genio civile non ha autonomia finanziaria, previa assegnazione di idonea copertura finanziaria per l’esecuzione di interenti di urgenza o somma urgenza dal Dipartimento regionale Territorio e Ambiente”. 


COMMENTI

Pippo Sturiale | il 30/12/2016 alle 08:10:25

Si afferma: “gli alvei sono impropriamente utilizzati dagli Enti locali quali vie di accesso ai centri abitati ...". Mi chiedo: tutti i ponti che attraversano i torrenti, tutte le passerelle ancorché provvisorie, ... sono usate impropriamente per accedere a centri abitati!? ... quindi vi si si deve accedere solo dal mare o dal cielo!? Credo che le prime vie di comunicazione siano sempre state fatte costeggiando i torrenti (quando possibile) e solo in estate si utilizzavano i letti asciutti dei torrenti. Se esiste qualche strada di accesso nell'alveo di qualche torrente chi l'ha autorizzata e come mai il Genio Civile l'ha tollerata? Mi pare che si faccia sempre lo scarica barile! Sedetevi ad un tavolo e trovate le soluzioni! L'invito è rivolto ai responsabili delle varie istituzioni ... altrimenti passate ad altri l'incarico!

Flavio | il 18/08/2017 alle 17:46:11

Gentile Sturiale ho letto il suo commento che plaudo in tutto. Questa legge del 1904 quindi di da 113 anni quando qualcuno aveva il mulo o l'asino e meno il cavallo o il calesse ormai per come si espandono i comuni costieri è superata. Invece di dire chi è competente o meno, credo che in alcuni casi eclatanti di proprietà con lotti interclusi da alvei di torrenti che ormai oltretutto non producono più acqua se non in casi eccezionale, sarebbe necessario come succede in altre parti d'Italia avere un'autorizzazione stagionale all'attraversamento assumendosi ognuno le responsabilità. Inoltre le faccio notare che proprio in provincia di Messina negli anni sono state rilasciate autorizzazioni stagionali all'attraversamento degli alvei. Per concludere; in quei casi dove per raggiungere una proprietà è necessario attraversare un alveo, come si deve fare ? Ricordiamoci che in queste proprietà dove ci sono anche immobili i comuni le tasse le vogliono pagate ugualmente !! La nostra terra è amministrata da una massa di incompetenti invece di trovare le soluzioni come avviene sempre meglio dire: "Non è ammesso farlo" l'economia spesso va a rotoli anche per questo.

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