Giovedì 09 Maggio 2024
Nominato un legale per recuperare la quota dei biglietti prevista per legge fino al 2016


Taormina, introiti del Teatro Antico non versati al Comune: l'Osl batte cassa alla Regione

di Andrea Rifatto | 12/10/2023 | ATTUALITÀ

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Fino al 2016 spettava una parte dello sbigliettamento

Nella battaglia intrapresa con la Regione per il riconoscimento di una parte dei proventi degli spettacoli al Teatro Antico, il sindaco trova un “alleato” nell'Organo straordinario di liquidazione (Osl), la commissione insediatasi dopo il dissesto finanziario per gestire i conti del Comune fino al 31 dicembre 2020. L’organismo ha infatti deciso di proporre un’azione nei confronti dell’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana per recuperare le somme dovute a Palazzo dei Giurati secondo quanto previsto dalla Legge regionale 10/1999, che stabiliva l’assegnazione ai Comuni di una quota fino al 30% dei proventi della vendita dei biglietti agli enti che garantivano agli eventi la fornitura di beni e servizi. Norma che è stata modificata nel 2015 prevedendo il versamento in forma anticipata dell’80% sugli introiti dell’anno precedente, mentre nel 2016 l’assegnazione della quota è stata eliminata ed è stato deciso il versamento del 30% direttamente all’Assessorato, anche se rimanevano in vigore le convenzioni già stipulate con i Comuni. Nel 2014 era in vigore quella sottoscritta tre anni prima tra il Comune di Taormina e la Regione e nel 2015 ne è stata sottoscritta un’altra, ma non sono mai state versate le somme della vendita dei biglietti di ingresso al Teatro Antico per gli anni 2014 (saldo residuo di 706mila 117 euro), 2015 (1 milione 463mila 352 euro) e 2016 (primo semestre 705mila 271 euro): in sostanza ben 2 milioni 874mila 741 euro mancanti nelle casse comunali. I componenti della Commissione di liquidazione, Lucio Catania, Tania Giallongo e Maria Di Nardo, sono decisi ad andare fino in fondo e hanno affidato un incarico all’avvocato Giovanni De Nigris per una spesa di 16mila 284 euro, di cui 4mila 370 euro per la fase di mediazione e 11mila 914 euro per l’eventuale fase giudiziale. 

“Il Comune di Taormina ha tutto il diritto di incassare le somme - evidenzia la commissione - avendo subìto l’onere di fornire i servizi collegati ad una platea molto vasta di spettatoti, che hanno avuto un impatto molto forte sul tessuto sociale del territorio, senza apportare vantaggi di natura economica essendo visitatori occasionali della città, soggiornanti solo per il tempo necessario alla visione dello spettacolo. Non sarebbe equo che il Comune sopportasse i costi e gli oneri degli spettacoli - aggiungono i tre membri - senza alcuna partecipazione ai ricavi che sarebbero di pertinenza esclusiva di altri soggetti”. Nel 2018 l’Amministrazione comunale aveva deciso di avviare un’azione di recupero alla Regione ed era stato affidato l’incarico all’avv. Mario Caldarera, che però successivamente ha rinunciato senza aver espletato attività e la vicenda si era chiusa con un nulla di fatto. 


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