Giovedì 09 Maggio 2024
La minoranza contesta le intenzioni dell'Amministrazione sull'uso dello storico edificio


Taormina e il destino di Palazzo Corvaja: "Casinò irrealizzabile, la soluzione è un'altra"

di Andrea Rifatto | 23/10/2023 | ATTUALITÀ

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L'immobile è stato restaurato grazie a fondi regionali

Quale sarà il destino di Palazzo Corvaja? Sono in tanti a chiederselo a Taormina, visto che il futuro dell’edificio storico più importante della città è ancora incerto. Nei mesi scorsi si sono conclusi i lavori di restauro finanziati nel 2020 dalla Regione con 1 milione 180mila euro e ad aprile il Comune e il Parco archeologico Naxos-Taormina hanno stipulato una convenzione per realizzare il museo cittadino, con il piano terra destinato alla storia antica (i cui reperti sono di proprietà del Parco che ne avrebbe curato l’allestimento) e il primo piano alla storia della Taormina moderna e contemporanea (con quadri, oggetti e fotografie mai esposti, in particolare circa 200 scatti originali di Von Gloeden donati al Comune dalla casa Dior). L’arrivo della nuova Amministrazione comunale ha stravolto i piani: a luglio la giunta ha revocato la convenzione sostenendo che fossero necessari altri lavori, non è possibile garantire un adeguato sistema di sicurezza e custodia dei reperti, la suddivisione dei costi tra Comune e Parco non è equilibrata, la forma di gestione in partenariato pubblico/privato non è chiara e manca la definizione di modalità e termini di istituzione del biglietto di ingresso. L’ente ha così stanziato altri 47mila euro per i lavori aggiuntivi, affidati a fine agosto a una ditta di Palazzolo Acreide. L’idea manifestata dal sindaco Cateno De Luca è stata subito quella di realizzare a Palazzo Corvaja il casinò di Taormina, tanto da aver fatto depositare alla Camera dal suo deputato Francesco Gallo un disegno di legge per istituirlo, oltre che far divenire l’edificio sede del fantomatico nuovo regno delle due Sicilie, con Taormina capitale in vista del suo progetto politico per le elezioni europee del 2024. Proposte contestate dalle forze di opposizione, che ritengono quella del museo "una idea corretta e utile per la tutela dei beni culturali e per la loro giusta valorizzazione, una soluzione con la quale il Comune resta proprietario dell’edificio, lo custodisce e lo gestisce nelle forme che deciderà di adottare, ottiene l’allestimento della parte archeologica sul bilancio del Parco. Una equilibrata soluzione che è stata anche accettata dal Comitato tecnico-scientifico del Parco archeologico”.

“La convenzione già sottoscritta con il Parco è stata revocata inopinatamente e senza gli accertamenti del caso - evidenziano i consiglieri di minoranza - e le motivazioni non convincono per nulla. Per dare un contentino alla popolazione attonita, è stato detto che il Palazzo Corvaja doveva diventare la sede del Casinò. Abbiamo fatto un salto all’indietro di oltre 20 anni, quando ancora c’era qualche sciocco che credeva alle favole dei casinò”. Secondo l’opposizione per aprire la sala da gioco, ritenuta fallimentare anche perchè i giocatori si sono spostati online, sarebbe necessario che il Parlamento approvi una legge di deroga al Codice penale e inoltre lo storico edificio taorminese non sarebbe adatto: “Servirebbero un teatro da 500 posti, uno o più ristoranti spaziosi, sale da gioco ampie e attrezzate dal punto di vista della sicurezza - rileva la minoranza - con uscite di emergenza e sistemi antincendio, salette per clienti vip riservate e controllabili, parcheggio per almeno 400 auto, uffici per la gestione contabile e organizzativa, ulteriori spazi a disposizione del personale interno. Dunque oltre 10-15 mila metri quadrati più gli spazi esterni, mentre Palazzo Corvaja conta 580 metri quadrati al piano terra e altrettanti al piano superiore, non ha parcheggio, non ha uscite di sicurezza per più di 300 persone e non è divisibile all’interno per vincoli monumentali. Confidiamo in un ripensamento - conclude la minoranza taorminese - necessario per dare al Palazzo Corvaja la funzione che merita per storia, architettura e funzionalità e per dare alla città finalmente un museo”.


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