Taormina, corso pieno e locali chiusi a Natale, De Luca: "Non lo consentirò più"
di Andrea Rifatto | 30/12/2023 | ATTUALITÀ
di Andrea Rifatto | 30/12/2023 | ATTUALITÀ
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Centro storico affollato a Natale
Quelle attività sbarrate a Natale al sindaco Cateno De Luca non sono andate giù. E per imporre un cambiamento di rotta annuncia misure punitive. La bassa stagione a Taormina è sinonimo di chiusura per molti esercizi commerciali e locali pubblici e anche durante questi giorni di festa tanti turisti e visitatori hanno trovato le porte chiuse, come è ormai abitudine degli esercenti al termine della stagione di punta. Per l’Amministrazione comunale, però, è una consuetudine da superare. “Siamo entusiasti dei risultati ottenuti con il nostro programma e dei positivi riscontri sul fronte turistico - afferma il primo cittadino - tuttavia ho notato una tradizione che non condivido e su cui ci concentreremo per la prossima stagione: non possiamo accettare il corso pieno e i locali chiusi”. Il sindaco e la sua maggioranza hanno affrontato l’argomento anche nel corso di una riunione in municipio “e tra i punti discussi abbiamo toccato l'importante questione della necessità di garantire che i negozi rimangano aperti - ha commentato De Luca al termine - una sfida fondamentale per la nostra comunità. Perché nel corso principale nei mesi di novembre, gennaio, febbraio e marzo buona parte degli esercizi commerciali sono chiusi? Mi sono vergognato la notte di Natale a non trovare un bar aperto nonostante migliaia di persone affollavano corso Umberto - ha aggiunto - vi sembra corretto svolgere l’attività solo quando è più redditizia ed infischiarsene dell’immagine di Taormina nei periodi meno redditizi? Così si ama la città? Mica gli esercizi commerciali sono solo un fattore privatistico, non pensate che ci sia anche una rilevanza pubblica che va salvaguardata?” La soluzione? “Stiamo verificando la possibilità di sospendere l’occupazione del suolo pubblico a chi non assicura l’apertura dodici mesi all’anno”. Un annuncio che ha fatto subito discutere in città, soprattutto gli esercenti e gli imprenditori, molti dei quali hanno ritenuto che la sortita del sindaco invada la loro autonomia decisionale, considerato che solitamente i Comuni possono disciplinare l’apertura e la chiusura delle attività solo con provvedimenti motivati che spesso rispondono a ragioni di sicurezza, tutela della salute e dell’ambiente urbano, ad esempio per preservare la tranquillità dei residenti in un centro storico. Per la legge le attività commerciali sono svolte senza limiti e prescrizioni e l’apertura degli esercizi commerciali è una materia relativa alla tutela della concorrenza, rimessa alla potestà legislativa esclusiva dello Stato. Ciò non preclude la possibilità di aprire un confronto con le associazioni dei commercianti e valutare se vi siano dei margini di dialogo, prima di emanare provvedimenti o adottare regolamenti che rischiano poi di generare contenziosi e alimentare dissapori. “In un intero anno io resto chiusa il 25 dicembre - commenta Mariangela - e continuerò a restare chiusa tutti i 25 dicembre”; per Andrea “uno può fare quello che vuole: io ho una attività e le feste voglio passare in famiglia. Lui faccia quello che vuole, tanto non può obbligare nessuno”; secondo Morena “gli esosi costi di gestione della città vengono affrontati per 12 mesi senza sconti, ma purtroppo il celebre brand Taormina non assicura la piena continuità finanziaria necessaria per far sì che il territorio sia elitario per tutto l’anno. Un’impresa a Taormina ha gli stessi costi di gestione di una a Milano, ma con un’oscillazione di presenze variabilissima fra estate e inverno. Si cominci con il fare una politica turistica della destinazione che sia costruttiva - suggerisce - sono certa che non ci sia nessun imprenditore su Taormina felice di chiudere la propria attività in bassa stagione, anche perché anche le chiusure costano parecchio, forse pure troppo”.
