Giovedì 09 Maggio 2024
Accesa seduta in Consiglio su alcune autorizzazioni contestate. Si lavora al regolamento


Savoca, scontro su suoli pubblici e decoro: "Così il borgo diventa centro commerciale"

di Andrea Rifatto | 12/08/2022 | ATTUALITÀ

879 Lettori unici

La seduta del Consiglio comunale

Un “vuoto normativo” rischia di trasformare il centro storico in una fiera permanente, con venditori liberi di allestire aree sui suoli pubblici senza alcuna regola estetica. È stato il tema dell’accesa seduta dell’ultima seduta del Consiglio comunale, con all’ordine del giorno un’interpellanza della minoranza al sindaco e all’assessore al Turismo, nata dopo che sono state autorizzate attività con finalità commerciali “che alterano lo stato dei luoghi in maniera negativa e che hanno suscitato disappunto e perplessità di chi ha investito nel borgo” ha evidenziato l’opposizione, chiedendo quale tipo di politica voglia condurre l’Amministrazione nei prossimi anni per la salvaguardia e la tutela del borgo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’autorizzazione data a maggio ad una società di Varese per occupare per un anno 35 metri quadrati accanto al museo, con un mezzo per la vendita di prodotti, somministrazione alimenti e bevande e street food con tavolini e sedie. Ma anche altre attività suscitano perplessità per le modalità di occupazione del suolo pubblico, poco consone ad un borgo come quello savocese.

“C’è bisogno di dare vitalità al borgo ma è vero che serve una migliore regolamentazione del centro storico - ha risposto l’assessore al Turismo Sergio Trimarchi - ad oggi però non sono previsti limiti estetici sulle brutture o meno che possono entrare nel centro storico e non ci sono regole oggettive. Neanche a me piacciono certe installazioni, stiamo redigendo un regolamento su aree pubbliche e decori che prevede la nascita di un gruppo tecnico,  formato anche da esperti, che esamini le richieste di suolo pubblico nel centro storico e rilasci un parere vincolante, così da evitare brutture. Ad oggi non si possono non autorizzare occupazioni per motivi estetici, con il nuovo regolamento che vogliamo condividere con tutti eviteremo questi problemi”. Nell’attesa, per evitare altre occupazioni antiestetiche, la minoranza ha proposto di eliminare dalla planimetria delle aree da concedere per finalità turistico-commerciale tutte le zone del centro previste nel 2017, ossia piazza D’Annunzio, Centro Filarmonico e Museo, ma la maggioranza ha bocciato la proposta non condividendo il metodo, in quanto si sarebbero bloccate solo le aree pubbliche previste nel regolamento approvato cinque anni fa e non le altre, con una soluzione parziale.

“Così l’Amministrazione svende il centro storico - il commento del capogruppo di opposizione Giuseppe Muscolino - non c’è la volontà politica di risolvere la questione, l’assessore Trimarchi non è all’altezza del ruolo. Le nostre proposte, contestate in aula dal punto di vista giuridico, avevano il parere tecnico favorevole degli Uffici”. “Volete trasformare Savoca in un centro commerciale svilendo la sua essenza e la sua anima? - ha tuonato dal pubblico l’ex assessore alla Cultura e all’Identità savocese, Enico Salemi, costringendo anche la presidente ad interrompere la seduta per la sua veemenza - per far vivere il paese non servono bancarelle per turisti mordi e fuggi, ma ben altro. Maggioranza e minoranza trovino subito un accordo superando articoli e cavilli burocratici, per il bene del paese". Bocciata anche la proposta della minoranza di istituire la Commissione Turismo e Paesaggio, perchè la maggioranza ritiene sia in contrasto con lo Statuto e comunque sia preferibile una Consulta formata da esperti e commercianti.“Siamo per la tutela del centro storico e lavoriamo in questa direzione - ha detto il sindaco Massimo Stracuzzi - stabiliamo tutti insieme, politica e cittadini, le aree da dare in concessione e quelle da tutelare”.


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.